Truffe e estorsioni per 300.000 euro: ai domiciliari ex dipendente delle Poste
È accusato di truffa, violenza privata e estorsione un ex dipendente di Poste italiane, A.F., finito ai domiciliari dal nucleo di polizia tributaria di Palermo. Il provvedimento è stato emesso dal gip su richiesta del procuratore capo Francesco Lo Voi, dell’aggiunto Bernardo Petralia e del sostituto procuratore Francesco Gualtieri.
Truffa e estorsione: ai domiciliari ex dipendente delle Poste
A dare il via alle indagini, iniziate nel novembre del 2015, una querela presentata da varie persone. Secondo la denuncia, l’uomo, all’epoca in servizio alla sede di Palermo di Poste Italiane con mansioni di autista e addetto allo smistamento della corrispondenza, avrebbe fatto finta di ricoprire un importante incarico all’interno della società e quindi di poter far ottenere impieghi a tempo indeterminato dietro il pagamento di 15.000 euro. Una parte della somma, tra i 3 e i 5 mila euro, doveva essere corrisposta immediatamente, la parte restante al momento dell’assunzione. Ad essere cadute nella rete dell’ex dipendente, secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle, sarebbero almeno un centinaio di persone per un totale di «profitti illeciti» di oltre 300.000 euro. Non solo: per convincere le proprie vittime, spiegano i finanzieri, «per lo più persone in cerca di occupazione o che si trovavano in condizioni economiche precarie e dunque particolarmente vulnerabili, l’uomo ha predisposto e consegnato loro una serie di documenti, con intestazione e timbri di Poste Italiane, poi rivelatisi falsi».
Minacciava anche i truffati che chiedevano la restituzione del denaro
Ma non è ancora tutto: quando gli aspiranti dipendenti hanno capito di essere stati raggirati e hanno chiesto la restituzione di quanto versato, l’uomo li ha minacciati, paventando la diffusione sui social network di loro foto compromettenti o, in alcuni casi, l’intervento di persone vicine ad ambienti malavitosi. Dalle indagini è emerso anche «il carattere seriale delle condotte dell’uomo che nel frattempo è stato licenziato da Poste Italiane». «L’attività criminale si protraeva da diversi anni, nonostante vi fossero diversi procedimenti penali iscritti a suo carico. Emblematica – sottolineano dalla Guardia di Finanza – la circostanza che, appena il giorno dopo essere stato sottoposto ad una perquisizione, l’ex dipendete abbia continuato con la sua attività illecita recandosi da una delle sue vittime per chiedere un’ulteriore somma di denaro». Come dire: oltre al danno – e al suo raddoppio – anche la beffa…