Stalle sotto Montecitorio. La Coldiretti in piazza contro la burocrazia

7 Mar 2017 12:44 - di Redazione

«La burocrazia uccide più del terremoto». È solo uno degli striscioni che campeggiano in Piazza Montecitorio, tinta di giallo per la protesta degli allevatori e degli agricoltori della Coldiretti provenienti dalle aree colpite dal sisma. «Abbiamo perso gli animali, non la dignità», spiegano gli organizzatori della protesta , intitolata #Stalletradite – ed elencano tutti i danni subiti per il terremoto. Diecimila capi di allevamento orti, feriti e abortiti; 1.400 fra stalle e fienili inagibili; 30% in meno nella produzione di latte; dimezzamento delle presenze turistiche nei 3.400 agriturismi” delle quattro regioni interessate dal terremoto ovvero Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio.

Stalle e pecore sotto Montecitorio

In centinaia sono arrivati dalle aree terremotate di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio portando davanti alla Camera alcune pecore sopravvissute e stalle improvvisate. Ci sono anche i sindaci dei Comuni colpiti sotto le insegne delle diverse delegazioni. Presente anche il presidente nazionale della Coldiretti, Roberto Moncalvo, per incontrare il presidente del Senato Piero Grasso. Tra i cartelli esposti spiccano quelli con scritto “Ho perso gli animali non la dignità”, “Senza agricoltura Arquata muore” o “’Meno chiacchiere più stalle”. Un grande tavolo è stato apparecchiato con i prodotti locali salvati dalle macerie, dalle lenticchie di Castelluccio al ciauscolo, dal pecorino amatriciano a quello di Farindola e molto altro, prodotti che rischiano ora di sparire per le difficoltà del mercato locale provocate dalla crisi del turismo e dall’esodo forzato ma anche ai ritardi nella costruzione degli alloggi temporanei. Chiedono un rapido intervento da parte del governo nella ricostruzione di stalle e ricoveri per gli animali superstiti.

Coldiretti: la burocrazia uccide

«I bandi di gara sono partiti con enorme ritardo – spiegano – spesso con tali rigidità burocratiche da portare alla selezione di fornitori inadeguati e insolventi». La richiesta principale è quella di una rapido stanziamento dei fondi dovuti «alle imprese colpite, per garantire la liquidità necessaria per la ripresa delle attività e far fronte ai danni subiti». Secondo gli organizzatori della protesta, inoltre, serve creare una «robusta cintura di sicurezza articolata in piani di decontribuzione a favore di famiglie e imprese già operanti, misure di defiscalizzazione per chi investe nei territori colpiti e incentivi per favorire la ripresa dei flussi turistici».

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