Salvini fa sul serio: debutto come candidato premier il 25 aprile a Verona
Se Matteo Salvini voleva aspettare il momento giusto per ufficializzare la propria decisione di candidarsi premier non poteva scegliere data a maggio valenza simbolica per il centrodestra come quella odierna. Il 27 marzo del 1994, infatti, il Polo della Libertà – Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord – vincevano le prime elezioni della nascente Seconda Repubblica.
Presentato alla stampa il manifesto “Salvini Premier”
A distanza di 23 anni, la Lega srotola davanti alla stampa il primo manifesto ufficiale con la scritta Salvini premier. Non casuale neppure l’evento cui il manifesto si riferisce: il 25 Aprile, anniversario della cosiddetta Liberazione. La Lega lo celebrerà a Verona, quasi a voler mitigare il proprio profilo di movimento nazionale e di destra. Salvini, del resto, non si è nascosto dietro un dito: «Chi il movimento vuole come candidato premier lo scriviamo sui manifesti, non avendo dubbi e paure, senza primarie o gazebo. Non vogliamo imporci ma siamo pronti a confrontarci con chiunque». Il tema della leadership tiene dunque ancora banco nel centrodestra. Tanto più che tra Salvini e Berlusconi, ad eccezione di una telefonata, non si registrano iniziative in grado di far pensare ad un disgelo in corso.
Forza Italia: sì alla federazione del centrodestra
L’assetto unitario della coalizione è ritenuto una necessità da tutti, ma il problema è come arrivarci. Il senatore forzista Lucio Malan, è convinto che si possa «ipotizzare una federazione», cioè qualcosa che vada al di là degli incontri fra i leader per gli aspetti strategici «e sia una costante interazione fra i vari soggetti». Di unità come presupposto obbligato per vincere le prossime elezioni politiche ha parlato, in un’intervista a Libero anche Sestino Giacomoni, anche lui berlusconiano: «Qualunque partito del centrodestra che decidesse di correre da solo si condannerebbe all’irrilevanza». Il collante della coalizione «sarà un programma elettorale nuovo e concreto», il cui «traguardo – anticipa Giacomoni – è la flat tax, un’aliquota unica intorno al 20 per cento per tutti i redditi». Guarda caso la stessa che propone proprio Salvini. Domani alleati, forse. Oggi certamente concorrenti.