Salvini: «Il Corano? Se applicato alla lettera è di una violenza inaudita»

16 Mar 2017 12:12 - di Ginevra Sorrentino

Di sicuro Matteo Salvini non ha paura di dire esattamente quello che pensa e nell’istante in cui lo pensa: anche se questo può comportare incidenti diplomatici e gaffe internazionali. Ed per questo che, in diretta tv dal salotto di Raitre, ospite ad Agorà, il segretario della Lega Nord, del tutto disiteressato alle polemiche che potrebbero seguire – e che non mancheranno di arrivare certamente – e insensibile alla moda del politically correct tanto in voga, parlando di islamofobia e di terrorismo islamico – e di tutto quello che si collloca nel mezzo – ha sostenuto: «Il Corano? Se applicato alla lettera è di una violenza estrema»…

Salvini a tutto campo, dal Corano al blog di Grillo

Quindi, a strettissimo giro, per spiegare e riabadire quanto sostenuto – di sicuro non per attenuarne la portata – ha aggiunto: «La Bibbia nel corso degli anni è stata interpretata, perché il suo testo si può leggere alla luce dei tempi in cui viviamo. Coloro che oggi che interpretano alla lettera il Corano non possono che essere dei violenti». Un pensiero espresso con la sua proverbiale franchezza, la stessa a cui Salvini è ricorso non solo riguardo ad argomenti inerenti i proseliti del rito islamico e l’esegesi coranica: sempre in nome della sua rinomata schiettezza di pensiero e di parola, infatti, il leader del Carroccio se l’è presa anche con Beppe Grillo, reo – ai suoi occhi – di non avere il coraggio di assumersi la responsabilità di quello che viene postato sul suo blog a cinquestelle. Il leader del Movimento pentastellato Beppe Grillo «ha un blog a sua insaputa? È troppo comodo», ha sentenziato senza molte perifrasi il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, commentando da Strasburgo, a margine dei lavori della plenaria del Parlamento Europeo, la vicenda del blog di Grillo dopo che il fondatore del Movimento Cinque Stelle ha disconosciuto, nell’ambito di una causa intentatagli dal Partito Democratico per un post ritenuto diffamatorio, la paternità degli scritti pubblicati sul blog che porta il suo nome. «Sono troppe le cose che succedono a insaputa delle persone. Io – ha continuato Salvini – rispondo di quello che scrivo, di quello che faccio, lo rivendico e ne sono orgoglioso. È strano che un movimento fondato sulla trasparenza, sulla diretta, sullo streaming, sul Web, sulle piattaforme, non risponda di quello che dice, nel vero o nel falso. Quindi, faccio un appello: Beppe, sii serio e prenditi la responsabilità di quello che fai e di quello che dici».

Dalle elezioni olandesi all’inchiesta sul Sole 24ore: l’attacco alla stampa

Propio come fa, puntualmente e coraggiosamente il segretario della Lega che – sempre a proposito di dichiarazioni e di stampa – anche sull’inchiesta sul Sole 24ore, riferendosi al quotidiano di Confindustria su cui sta indagando la procura di Milano con l’ipotesi di reato di false comunicazioni sociali, ha espresso il suo sardonico commento: «Sessanta milioni di buco dal giornale che ci dice come dobbiamo fare l’economia», ha commentato sarcastico Salvini, stavolta dai microfoni di Radio Padania. Ma il Sole 24ore non è il solo giornale contro cui si è scagliato il leader leghista nelle ultime ore: e infatti, riferendosi ai servizi giornalistici e ai dati diffusi – o meno? – nel post elezioni olandesi, tra notizia, denuncia e strale polemico lanciati senza inutili imbellettamenti retorici contro il “quarto potere”, Salvini su Facebook ha tuonato: «Che schifo i “giornalisti’ italiani….. Ecco i dati. In Olanda il Partito della Libertà di Wilders sale dal 10% al 13%, cresce da 15 a 20 seggi, diventa secondo partito nazionale! I liberali di Rutte scendono dal 26,5% al 21%, da 41 a 33 seggi. I socialisti crollano dal 24% al 5,7%, da 38 seggi a 9. Cambiare l’Europa, salvare il lavoro e stop invasione, le buone idee crescono». E dalle interviste tv, alle dichiarazioni via radio, fino ai post sul social network, la verità è servita. E a chiare lettere.

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