Renzi stai sereno. La vendetta fredda di Letta: alle primarie voterò Orlando
Adesso è Matteo Renzi a dover stare “sereno” parafrasando le parole con le quali il rottamatore ha spodestato Enrico Letta da Palazzo Chigi negando fino all’ultimo il killeraggio nei confronti del suo collega di partito. Il mite Letta, rinfrancatosi dal buen retiro parigino, dopo tre anni è pronto a consumare la sua vendetta schierandosi con la candidatura del ministro Andrea Orlando alla presidenza del Nazareno in alternativa Letta e al governatore della Puglia, Michele Emiliano. “Partecipo alle primarie del Pd e voto Orlando”, ha detto l’ex premier ospite della trasmissione In 1/2 ora su RaiTre. “Non riscendo in campo – ha chiarito Letta che oggi dirige la scuola di Scienze internazionali Science Po di Parigi dopo essersi dimesso da parlamentare – ma alla fine voglio dare una chance al partito che ho contribuito a creare: parteciperò alle primarie del Partito democratico”. Un benservito a Renzi per il quale la riconferma alla guida del Pd si sta rivelando tutt’altro che scontata, malgrado l’ottimismo del fiorentino.
La vendetta di Letta passa per Orlando
Tante le frecciate velenose all’ex presidente del Consiglio, a partire dagli attacchi al dirigismo renziano che ha annullato la democrazia interna al Pd sacrificando il partito all’altare del governo a tutti i costi. “Il Pd è stata una storia di tante persone non è il comitato elettorale di un capo: deve tornare alle sue origini per guardare al futuro”, ha detto Letta che ha apprezzato la posizione del ministro della Giustizia sulle controverse celebrazioni dei sessant’anni dei Trattati europei, “è stato l’unico sabato a chiarire che il Pd non poteva che essere in piazza a spingere per l’integrazione europea. Ecco, mi ha fatto davvero piacere vederlo in quella piazza”. Noblesse oblige, sotto il pressing di Lucia Annunziata, Letta ha poi aggiunto che accetterà il risultato del congresso, e ha invitato tutti, “a partire da Renzi, a imparare la lezione del 4 dicembre perché le scelta vanno fatte insieme, bisogna condividerle con il paese e non immaginare di avere ragione mentre gli altri sono un’accozzaglia”. Netta anche la posizione sul tema delle alleanze possibile. Niente abbraccio con i Cinquestelle, “con loro mi sembra molto complicato allearsi, se non impossibile”. Allo stesso tempo invita il Pd a uscire dall’isolamento: è fondamentale dialogare con le persone che votano i partiti non tradizionali e non trattarle come appestate.