Renzi si ricandida a premier: «A correre deve essere il segretario Pd»
Renzi si ricandida per Palazzo Chigi. «L’identificazione tra segretario e candidato premier non è una questione di Statuto o di ambizione personale, ma è una consuetudine europea. Se non fossi stato segretario di un partito del 41% non avrei avuto forza. In Ue il mio biglietto da visita era 11,2, i milioni che avevano votato il Pd alle europee perché il consenso è alla base di ogni rivendicazione». Renzi lancia il suo proclama dal palco del Lingotto dove si svolge la kermesse del Pd.
Il “convinto” appoggio a Gentiloni
Non è il Renzi spavaldo che conosciamo. È un Renzi indebolito che fa di necessità virtù. Poiché pare sfumata l’ipotesi di elezioni anticipate, non gli resta che dichiarare il suo appoggio al governo. «Siamo convintamente al fianco del governo Gentiloni». Tenta persino di strizzare l’occhio a sinistra. «Siamo qui -dice – per cercare di ridare un senso alla parola “compagno”. Per discutere, e dialogare». Chissà le risate che si faranno i “compagni” D’Alema, Bersani e Speranza.
Renzi evoca anche le Frattocchie
Il Renzi del Lingotto mette per un attimo da parte anche i toni decisionisti che lo hanno reso inviso a una parte del suo partito, invocando la «collegialità». Non manca inoltre una lisciata di pelo ai giovani dem. «Faremo la scuola nazionale per giovani che si impegnano nella cosa pubblica. Chiamatela pure Frattocchie
2.0… ». Riferimento clamoroso visto che parliamo della scuola quadri del vecchio Pci. «Noi la classe dirigente l’abbiamo rinnovata davvero, non solo nei convegni. Abbiamo fatto un ricambio generazionale mettendo i quarantenni in prima fila ma abbiamo bisogno di evitare alcune improvvisazione al potere, che abbiamo noi ma non soltanto noi. Vorrei una scuola nazionale di politica che duri 9 mesi».