Rating dell’Italia, assolti manager e analisti di Standard e Poor’s e Fitch

30 Mar 2017 12:48 - di Paolo Lami

Arriva la clamorosa assoluzione per il colosso del rating Standard e Poor’s e sei tra analisti e manager, cinque dei quali della S&P e uno dell’agenzia Fitch accusati, dalla Procura di Trani, di manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata in relazione al doppio declassamento, da A a BBB+, del rating dell’Italia avvenuto a gennaio del 2012.

Il pm della Procura di Trani, Michele Ruggiero, aveva chiesto a gennaio scorso, al termine della sua requisitoria, la condanna a due anni di reclusione e 300 mila euro di multa per Deven Sharma, all’epoca dei fatti presidente mondiale di Standard e Poor’s, a 3 anni e 500 mila euro di multa ciascuno per Yann le Pallec, responsabile per l’Europa di Standard e Poor’s, e per gli analisti del debito sovrano, Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kramer. Per Standard e Poor’s è stata chiesta, invece, una sanzione di 4,6 milioni. Le difese avevano, invece, chiesto l’assoluzione degli imputati.

I quattro report contenenti, secondo l’accusa, informazioni tendenziose e distorte sull’affidabilità creditizia dell’Italia, che portarono al declassamento, si riferiscono al periodo tra maggio 2011 e gennaio 2012.
L’udienza si era aperta brevemente questa mattina. E, poi, la Corte si è ritirata in camera di consiglio per emettere il verdetto.

L’imputato dell’altro filone, quello relativo all’agenzia FitchDavid Michael Willmoth Riley, all’epoca dei fatti capo del rating sovrano, ha incassato l’assoluzione pochi minuti dopo perché il fatto non costituisce reato. Per lui la Procura aveva chiesto una condanna a 9 mesi con l’accusa di aver lanciato, sempre a gennaio 2012, annunci di un imminente declassamento del rating dell’Italia, mai però decretato ufficialmente da Fitch fino a fine gennaio.

Amaro il commento, a botta calda, del pm di Trani, Michele Ruggiero: «le sentenze non si commentano, si rispettano. Abbiamo fatto la nostra parte fino in fondo. Forse c’e un po’ di amarezza, ma l’assoluta convinzione che tutto quello che si poteva fare, tutto quello che si poteva dire, sostenere, l’abbiamo fatto, detto e sostenuto con grande orgoglio»

«Questa è una battaglia – ha aggiunto Ruggiero – che abbiamo cercato di fare per ripristinare un po’ di trasparenza e di verità. Confidiamo però nel lavoro della magistratura. Rispetto per le sentenze dei giudici: leggeremo le motivazioni, poi valuteremo».

Nel processo si erano costituite parti civili varie associazioni di consumatori come Federconsumatori, Acu e Adusbef e anche alcuni privati cittadini.e
Il processo è iniziato a novembre del 2015 e ha visto sfilare testimoni illustri tra i quali gli ex-presidenti del consiglio
Mario Monti e Romano Prodi, l’ex-ministro dell’Economia Giulio Tremonti e l’attuale ministro Pier Carlo Padoan.

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