«Poletti si dimetta. Ha scambiato la politica con l’avanspettacolo»
Non solo principe di gaffe e di sfondoni, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti dovrebbe farsi da parte per manifesta incapacità, a partire dalla soluzione incomprensibile adottata sui voucher passando per gli ultimi fuor d’opera sulle “partite di calcetto che valgono più di un buon curriculum vitae”. «Dovrebbe dimettersi», dice Fabio Rampelli a margine della trasmissione Coffee Break su La7, «tra tutte le misure dirigiste di questo governo, il voucher era quello più funzionale alle esigenze delle famiglie e dei lavoratori. Quello che andava eliminato era il suo abuso con la creazione di contratti di “serie c” che hanno aumentato il precariato. Era funzionale alle famiglie, per il pagamento di badanti e collaboratrici domestiche occasionali, ripetizioni scolastiche, baby sitter, lavori stagionali. Ed era uno strumento utile anche per lo Stato che poteva contare su nuove risorse fiscali per lavori al contrario destinati al nero.
Rampelli: è proprio il caso che Gentiloni si dimetta
Quella del capogruppo di Fratelli d’Italia è una bocciatura generale del governo Gentiloni, «una riedizione sbiadita del governo Renzi» che dimostra il suo fallimento proprio con l’inadeguatezza del ministro Poletti. «Dalla foto a cena con Buzzi e Casamonica agli insulti per i ragazzi costretti a cercare lavoro all’estero fino all’affermazione che una partita di calcetto vale più di un buon curriculum vitale… Poletti – insiste Rampelli – ha scambiato Palazzo Chigi per il teatro di avanspettacolo Ambra Jovinelli, ma non è Petrolini, né Petrolini ha mai pensato di fare il ministro. È davvero il caso che si dimetta».
Salvini: si dovrebbe vergognare
Non è più tenera la Lega. «Dimissioni, vergogna, scuse e dimissioni», dice Matteo Salvini in buona compagnia. L’azzurro Renato Schifani gli consiglia di trovarsi un altro lavoro. «Prima Poletti dice che i giovani italiani che decidono di trasferirsi all’estero è meglio non averli tra i piedi, ora rincara la dose con quelli che restano qua dicendo che è meglio se vanno a giocare a calcetto piuttosto che inviare curriculum», ricorda attaccando duramente le parole e la politica del ministro sulla disoccupazione giovanile. «Ma perché – incalza l’ex vicepresidente del Senato – non spiega ai ragazzi come farà il governo ad assumere gli insegnanti, come regolarizzeranno i precari, come creeranno nuovi posti di lavoro, come incentiveranno le imprese ad assumere, perché non si concentra sui problemi reali anziché demotivare ancora di più la generazione più colpita dalla crisi economica? Forse perché di idee realizzabili il Ministro non ne ha, ma a questo punto farebbe meglio a trovarsi un altro lavoro, sempre che sia bravo a giocare a calcetto…».