Pipì in piscina? Ecco cosa rischiano gli amanti del nuoto: ben 75 litri di urina

3 Mar 2017 13:28 - di Redazione

Pipì in piscina? Giammai. Nesuno lo dice, nessuno l’ammetterebbe mai. Ma in tanti la fanno davvero. E adesso c’è pure una ricerca che lo testimonia. Per gli amanti del nuoto in piscina, ammettere di fare la pipì in vasca è sempre stato un tabù. Appena il 19% degli adulti confessa il ‘vizietto‘, meno di uno su 5. Pipì in piscina? Giammai. Ma ora la scienza smaschera chi mente: una piscina grande un terzo rispetto a un’olimpionica contiene 75 litri di urina, che scendono a 30 in una vasca più piccola. Numeri “sorprendenti” pubblicati nero su bianco su ‘Environmental Sciences and Technology Letters‘, che rimbalzano con tutta la loro forza sulla stampa internazionale insieme all’allarme lanciato dai ricercatori autori del campionamento: “Il contatto fra la pipì e i disinfettanti usati per igienizzare l’acqua può scatenare una reazione chimica che libera sostanze irritanti per gli occhi e il respiro. Con il rischio di crisi d’asma”, avverte Lindsay Blackstock, dottoranda di tossicologia analitica e ambientale dell’università dell’Alberta, in Canada. Pipì in piscina? Giammai. Si fa ma non si dice. E i rischi per la salute ci sono. Eccome.  “Le urine – spiegano gli studiosi – sono ricche di sostanze azotate come urea, ammoniaca, amminoacidi e creatinina. Reagendo con i tipici disinfettanti a base di cloro, possono formare composti detti Dbp. E l’esposizone ai Dbp volatili, in particolare alla tricloramina, nelle piscine coperte può causare irritazioni oculari e respiratorie. Fino all’asma occupazionale per chi negli impianti ci lavora. Pipì in piscina? Giammai. Gli scienziati hanno prelevato ed esaminato oltre 250 campioni d’acqua di piscina, nei quali hanno cercato un dolcificante artificiale chiamato acesulfame-K, comunemente contenuto nei cibi processati e nelle bevande frizzanti. Una sostanza ‘spia’ della presenza di urina, perché non viene metabolizzata ed è quindi eliminata tal quale dall’organismo. Le analisi sono state effettuate in 31 impianti di 2 città canadesi non meglio identificate. Il team preferisce non rendere noti i nomi, però non ha dubbi: “Con ogni probabilità i risultati ottenuti sarebbero più o meno lo stessi in ogni altro luogo del mondo”. Pipì in piscina? Giammai. Ma fate attenzione lo stesso.

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