Madre vegana, bimba vegetariana: scintille in una scuola elementare

25 Mar 2017 15:36 - di Guglielmo Federici

“Ma lo sai che quel che stai mangiando prima era un maialino e ora è morto”? Polemiche accese in una scuola elementare di Grosseto, protagoniste una mamma vegana e sua figlia vegetariana. La libertà di nutrirsi come meglio si ritiene, anche facendo a meno di nutrienti fondamentali come fanno i vegani, è un diritto e una libera scelta di vita che non dovrebbe trasformarsi in un motivo di dissidio già sui banchi di una scuola elementare, anzi di una mensa dove i piccoli aluni si ritrovano a condividere un momento di unione e di svago. Invece certi comportamenti “ultras” degli adulti finiscono per avere ripercussioni anche laddove non dovrebbero. È accaduto in una scuola elementare di Grosseto.  A mensa una bambina “vegetariana per scelta”, come sostiene sua mamma, si è messa in difficoltà con gli altri compagni. Da una fettina di carne servita alla mensa è nato uno scontro tra due modi di vivere che la dice lunga sulla pericolosità del “radicalismo alimentare” introiettato dalle famiglie ai più piccoli, che poi ne fanno le spese. La bambina, di sette anni, secondo quanto denunciato dalla mamma ai carabinieri, avrebbe detto ai compagni di classe: “Ma lo sai che quel che stai mangiando prima era un maialino e ora è morto? Lo sai che quello era un pesciolino che prima nuotava nel mare?”. Lo leggiamo sulla ricostruzione di Repubblica e su molti siti locali.

Due isterismi si scontrano

La mamma ha denunciato di essere stata aggredita e minacciata dai genitori dei compagni di scuola della figlia. I bambini infatti hanno naturalmente riferito le frasi con sui sono stati apostrofati dalla loro compagnuccia mentre mangiavano e pare, secondo il racconto, che tali frasi abbiano suscitato curiosità  ma anche  preoccupazioni, a seconda delle diverse sensibilità dei bambini di quell’età. Il fatto è che sono venuti a confligere due isterismi: quello dei genitori che non accettano lezioni di alimentazioni dai vegani – visto che anche la scuola ha del resto un sano menù tradizionale –  e l’isterismo di certi altri  genitori vegani o vegetariani che finiscono per allevare piccoli “agit prop”  senza curarsi dei rapporti con gli altri coetanei, senza curarsi degli atteggiamenti più corretti da avere con chi fa o mangia cose diverse. Purtroppo, va detto, i vegani più che difendere il loro modo di alimentarsi, più spesso denigrano quel che mangiano gli altri. 

“Mia figlia, vegetariana per scelta”

Va da sé che tra le regole di un comportamento di buon senso ci sono anche quelle di non guardare nel piatto degli altri quando si è a tavola; o di non sottolineare cosa mette in bocca un commensale o peggio ancora  criminalizzare quel che sta mangiando un altro. Un bambino non lo sa, magari un genitore dovrebbe insegnarglielo, insieme al rispetto degli altri, che possono mangiare quel che prescrive una sana dieta mediterranea senza sentirsi redarguire con domande strane. Ma qui sta il punto critico, perché una mamma vegana  che arriva ad affermare di avere una figlia “vegetariana per scelta” ( scelta di chi?) non è una mamma come le altre, per cui è difficile trovare un terreno di incontro dettato dal buon senso comune. “Io sono vegana, mia figlia vegetariana per scelta – spiega la donna – erano mesi che venivo minacciatai, venivo attaccata per qualsiasi cosa dicessi anche alle maestre”. Tutto è cominciato lo scorso maggio – racconta “Volevano organizzare un barbecue, io ho proposto di portare la classe a casa mia. Avrei cucinato un menu adatto ai bambini. Loro mi hanno risposto che non avrebbero rinunciato alla bistecca”. Siamo in Toscana, del resto….

Dieta vegana e piccoli agit prop

“E tutto è precipitato – ha raccontato Il Tirreno – mercoledì 22 intorno alle 16. La donna è stata bloccata all’esterno della scuola da quattro mamme: “Quando ho parcheggiato l’auto in quattro mi hanno bloccato le due vie di fuga. Mi hanno detto: “Tu devi chiedere il permesso”. Prima mi hanno aggredita verbalmente, poi una di loro mi ha rigato l’auto con le chiavi. Strattoni, offese, tirate di capelli. Quando ho detto che le avrei denunciate forse si sono intimorite e così sono riuscita a liberarmi”, racconta. Sull’episodio stanno ora indagando i carabinieri. Nel fascicolo è finito, oltre al referto medico, anche il preventivo di 845 euro del carrozziere per riparare il graffio: “Ma non è questa la cosa più importante – racconta la donna – io e il padre della bimba saremo costretti a cambiarle scuola”. “I bambini non hanno colpe”, ripete la mamma. È vero, ad avere colpa sono gli adulti – in questo caso lei, evidentemente- spesso invasati dal loro credo alimentare sbanderato come verità assoluta. I piccoli che vivono con loro assorbono questo modo di essere inconsapevolmente. È così che i piccoli vegani crescono, privati di nutrienti importanti e privati anche della sobrietà nel porsi rispetto a chi la pensa diversamente. 

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