A Lugano va in scena il doppio Grillo: metà “dottor Morte”, metà bordelliere
Più che un comico (e non ex, visto che ha ripreso a macinare spettacoli), Beppe Grillo è un gran furbacchione, una lenza. Con addosso una gran paura: quella di dover scegliere senza seminare il panico tra i suoi. È una storia vecchia, ma ora che i sondaggi gonfiano le vele dei Cinquestelle, la storia sta diventando un tormentone. Più d’un osservatore ha infatti pubblicamente notato che fuori di vitalizi, fatture e rimborsi spese e al di là di discorsi su case a risparmio energetico e altre mirabilie, i grillini non producono un’idea politica che sia una. E siccome il loro capo, Grillo appunto, è tutt’altro che fesso ha capito che per tenerli tutti deve ricorrere al più vieto e frusto cerchiobottismo, arte in cui un tempo eccellevano i democristiani alla Forlani, successivamente rinverdita dai «ma-anchisti” alla Veltroni. L’arte, insomma, consiste nel non scegliere mai in maniera definitiva. E così fa Grillo quando per dire una cosa di destra deve dirne una di sinistra o viceversa. È esattamente quel che ha fatto a Lugano, in Svizzera, dove è tornato dopo tre mesi per il suo spettacolo «Grillo vs Grillo» (il comico contro il politico). Prima ha elogiato gli svizzeri per la legalizzazione della prostituzione, strizzando così l’occhio ad una proposta cara, in Italia, soprattutto a Matteo Salvini ma che in fondo piace agli elettori di destra, poi è corso a bilanciare auspicando anche in Italia il suicidio assistito, definito «una grandissima cosa», per ingraziarsi invece quella parte di sinistra radicale molto sensibile al tema dei cosiddetti diritti civili. Insomma, il “doppio Grillo” non è solo quello tornato a calcare le scene del teatro ma è soprattutto quello che, da leader politico, cerca di tenere assieme il diavolo e l’acquasanta. Non ci sarebbe nulla di male se non fosse che lui è nato all’insegna del Vaffa…day, cioè con il dichiarato intento di mandare a quel paese stili e pratiche della politica politicante, da cui, invece, pare ora irrimediabilmente contagiato. E questo spiega perché un giorno recita da “dottor Morte” e l’altro da impenitente bordelliere.