“Liberalizzare farmaci fascia C”: 170mila firme raccolte. Risparmio per le famiglie
Sono arrivate in Senato e da lì raggiungeranno i presidenti di Camera e Senato, il premier Paolo Gentiloni, il ministro allo Sviluppo Carlo Calenda e il Commissario europeo alla Concorrenza Margrethe Vestager le 170.000 firme raccolte da ‘Liberalizziamoci’ per chiedere la liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta. L’iniziativa è guidata da Conad insieme alla Federazione nazionale parafarmacie italiane e Altroconsumo “nella convinzione che allargare la vendita dei medicinali a carico del cittadino alle parafarmacie, dove operano farmacisti abilitati alla professione, sia una conquista di civiltà e un passo avanti verso la tutela del potere di acquisto delle famiglie”.
Quali sono i farmaci di fascia C
I farmaci di fascia C comprendono in particolare, circa 3.800 specialità, tra cui antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi e anticoncezionali per i quali non è previsto alcun rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale. Farmaci talmente diffusi che ogni anno fanno spendere agli italiani 3 miliardi di euro, in media 180 euro a famiglia, vale a dire il 36% della spesa farmaceutica privata. Forse, però, non tutti sanno che dal 2012 il decreto Cresci Italia ha concesso alle farmacie la possibilità di praticare sconti su questi medicinali. Ma non lo fanno quasi mai: secondo una recente indagine di Altroconsumo, su 100 farmacie campione di 10 capoluoghi italiani solo una ha applicato lo sconto dell’8%. Nel corso degli ultimi 11 anni – sottolineano i promotori dell’iniziativa in una nota – tutti i tentativi di estenderne la vendita alle parafarmacie sono naufragati per via dell’ostruzionismo delle lobby interessate a mantenere il monopolio”. Ma la libera concorrenza, continua la nota, “è una delle prerogative di un mercato sano, che favorisce chi sa innovare e garantire servizi di qualità, contribuisce a calmierare i prezzi e, nel caso dei medicinali, a restituire pari dignità ai farmacisti che lavorano nelle parafarmacie. I 170.000 cittadini che hanno firmato la petizione chiedono questo: un mercato più dinamico, occupazione, costi delle cure più accessibili. Richieste che è auspicabile siano accolte dalle istituzioni centrali. Liberalizziamoci manterrà aperta la raccolta delle firme fino a quando queste istanze non diverranno oggetto di un serio dibattito politico”.