La Cina censura lo Zecchino d’oro, Peppa Pig e Zootropolis: “Sovversivi”

10 Mar 2017 11:51 - di Adriana De Conto

Potrebbe sembrare uno scherzo ma non lo è. Alcune  canzoncine dello Zecchino d’Oro – sì quelle cantate dai bambini –  sono finite nella rete della censura in Cina. Le piattaforme audio e video sul web – leggiamo sul Corriere della Sera – hanno ricevuto una nota governativa con l’ordine di cancellare i contenuti a tema religioso e così sono spariti due brani: «La preghiera» (che comincia con la strofa «O Dio che tutto sai, ricordati di noi») e «Alleluia lodate il Signore». La notizia rilanciata dal quotidiano milanese è stata diffusa dal Global Times , giornale comunista, informato da alcuni utenti di Youku Tudou, piattaforma di video online simile al nostro  YouTube. Informazione confermata da un portavoce di Youku Tudou secondo il quale, siccome gli utenti hanno differenti convincimenti in fatto di fede, «abbiamo suggerito di astenersi dallo scaricare sul sito video con contenuti religiosi».

Cina: canzoncine censurate perché contengono contenuti religiosi

E pensare che il Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, famoso nel mondo per lo «Zecchino d’Oro», è molto popolare in Cina, al punto che che per la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il mese scorso, la Scuola elementare del Popolo di Chongqing, aveva cantato «Forza Gesù», che comincia con «Ogni sera quando prego nel lettino penso a quello che si vede da lassù». Ora si cambia registro: secondo il Global Times  stanno scomparendo dal web anche le esibizioni del Piccolo Coro Melograno di Firenze. «Nessuna legge in Cina vieta di mettere online video religiosi-  spiega Wang Sixin, docente universitario di diritto all’Università della Comunicazione: «Ma siccome i gestori delle piattaforme online sono troppo pigri per controllare se includano anche contenuti negativi» l’Amministrazione della Stampa, Radio e Tv ha deciso «probabilmente di imporre uniformità».

Guerra anche a Peppa Pig e a Zootropolis

A tutta censura, dunque. Una censura ottusa e zelante che si è messa in moto trovando altri bersagli estremamente “pericolosi” e destabilizzanti, pensate: Peppa Pig. Questa la motivazione della guerra contro il cartoon tanto amato in tutto il mondo: i libretti con le storie della famiglia di porcellini sono stati contingentati per «arginare l’influsso di valori stranieri», ha detto una fonte al South China Morning Post .  Ma la censura non si ferma qui e si abbatte anche su Zootropolis, il cartone della Disney che racconta di una coniglietta poliziotta aiutata da una volpe in un’indagine. Incredibile, su Zootropolis, che pure in Cina ha incassato l’anno scorso 230 milioni di dollari, spara il Quotidiano dell’Esercito perché contiene teorie occidentali insidiose. «Propaganda americana immorale», ha commentato l’organo dei generali cinesi: Zootropolis rovescia la natura, non si sono mai viste una volpe buona e una pecora cattiva, la volpe mangia le pecore. Il messaggio del film sarebbe sovversivo e sottile, «propaganda invisibile», un trucco di Hollywood per «erodere il terreno culturale cinese».

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