Israele vuole limitare la preghiera dei muezzin: insorge il mondo islamico
Una campagna arabo-islamica contro la cosiddetta “legge del muezzin”. È questo l’appello lanciato dal ministero dell’Informazione del governo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) dopo che la Knesset ha votato ieri in prima lettura un controverso progetto di legge che mira a limitare i richiami alla preghiera islamica nelle città israeliane. Nello specifico, la legge prevede il divieto da parte dei muezzin degli altoparlanti per richiamare i fedeli alla preghiera tra le 23 e
le 7 del mattino, ma in ballo vi è anche un’altra proposta del partito nazionalista Israel Beytenu per imporre un bando totale al richiamo del muezzin. Entrambe le leggi hanno avuto 55 voti a favore su 120 deputati della Knesset. Ma il ministero dell’Informazione palestinese non ci sta e ha lanciato un appello a dedicare la giornata del 30 marzo a uno “sforzo comune contro il razzismo dell’occupazione israeliana e i suoi tentativi di scatenare una guerra religiosa”, come si legge in una nota pubblicata sul sito dell’agenzia di stampa palestinese Wafa.
Anche la Turchia ammonisce Israele
Un appello ad agire con “buonsenso” lo ha rivolto il governo turco ad Israele dopo l’approvazione ieri del progetto di legge. “La risposta del mondo islamico sarà chiara e forte” in caso di via libera definitivo alla legge, ha avvertito il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin, citato dal sito del quotidiano Hurriyet. “Per cominciare, voglio dire che è uno sviluppo molto preoccupante. Soprattutto è una violazione del diritto di libertà di religione”, ha spiegato Kalin nel corso di una conferenza stampa. “L’appello alla preghiera viene fatto a Gerusalemme da centinaia di anni. La bozza di legge che prevede di proibire i richiami dopo le 23 sconvolgerà ed irriterà i musulmani del mondo – ha aggiunto – Speriamo che i politici israeliani capiscano la delicatezza della questione e che non riguarda solo i palestinesi, ma l’intero mondo islamico”.