Gender, “Fa’afafine” in scena a Roma per gli studenti. FdI: «Scelta assurda» (video)
Un bambino di 8 anni decide di essere maschio nei giorni pari e femmina nei giorni dispari. A chi gli chiede se sia l’uno o l’altra risponde che è un «bambino-bambina», ma il suo problema ora è un altro: come si deve vestire, da principessa o da calciatore, per dire a Elliot che è innamorato di lui? È la trama di Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro, lo spettacolo a impostazione gender che, dopo aver fatto tappa in altre città italiane, andrà in scena a Roma, al Teatro Angelo Mai, tra il 18 e 20 marzo. Nella Capitale, come avvenuto altrove, intorno allo spettacolo sono stati sollevate diverse perplessità, soprattutto perché viene proposto alle scuole per alunni tra gli 8 e i 16 anni.
La mozione urgente di Fratelli d’Italia
Fa’afafine è una parola della lingua Samoa. Si usa per le persone che non si sentono né maschio né femmina: identifica un terzo sesso, che sull’isola «gode di considerazione e rispetto», si legge nella presentazione dello spettacolo. A queste latitudini si userebbe il termine «trans», ma per Alex viene suggerita la definizione di «gender creative child». Ma guai a parlare di ideologia gender: i suoi sostenitori vi diranno che non esiste. Proprio per evitare che famiglie e studenti si ritrovino davanti a uno spettacolo di cui non conoscevano il contenuto, Fratelli d’Italia ha presentato una mozione urgente in Campidoglio, chiedendo «al sindaco Raggi di informare tempestivamente tutte le scuole della Capitale sulla vera natura dello spettacolo e soprattutto a sollecitare i dirigenti scolastici in merito alle richieste del consenso preventivo informativo delle famiglie».
«Lo spettacolo mette in crisi l’identità dei bimbi»
«Lo spettacolo ha il chiaro scopo di mettere in crisi l’identità sessuale e la stabilità psicoaffettiva dei bimbi e degli adolescenti coinvolti, in linea con la colonizzazione ideologica che si sta portando avanti con la teoria “gender”», hanno commentato il consigliere comunale, Maurizio Politi, e il consigliere municipale e dirigente del partito, Flavia Cerquoni. «È assurdo che alla scuole vengano propinati questi spettacoli, soprattutto in una fascia d’età così vulnerabile», hanno sottolineato ancora i due esponenti di Fdi, ricordando che «purtroppo, sempre più spesso assistiamo a tentativi di questo genere da parte di maestre, insegnanti o associazioni drammaticamente finanziate con soldi pubblici, che cercano di inculcare a bambini in tenerissima età fantasiose e demagogiche idee sullo sviluppo sessuale e affettivo».