Erdogan se ne infischia della Ue e ripristina la pena capitale nel Paese
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si aspetta che il Parlamento di Ankara approverà il ritorno alla pena di morte nel Paese dopo il referendum costituzionale del 16 aprile. La Turchia aveva abolito totalmente il ricorso all’esecuzione capitale nel 2004 nell’ambito di una serie di misure adottate in vista di una possibile adesione all’Unione europea. ”Le famiglie dei martiri, gli eroi (del tentato golpe del 15 luglio, ndr) non devono temere. Credo, se Dio lo vuole, che dopo il voto del 16 aprile il Parlamento farà tutto il necessario per rispondere alle vostre richieste di pena capitale”, ha detto Erdogan in un discorso trasmesso dalla televisione dalla città di Canakkale nella Turchia occidentale. Per diventare legge, il disegno di legge necessita della firma del capo di Stato, ma Erdogan ha già fatto sapere che lo farà immediatamente. ”Quando arriverà a me l’approverò senza esitare”, ha detto. L’Unione Europa ha più volte affermato che il ritorno alla pena di morte in Turchia porterà alla fine dei negoziati di adesione. Ma i ministri turchi e lo stesso Erdogan hanno parlato di necessità di rispondere al volere del popolo ripristinando la pena capitale dopo il tentato golpe. ”Quello che dicono Hans e George per me non ha importanza – ha detto il presidente turco usando due nomi comuni in Europa – Quello che dice il mio popolo, quello che dice la legge, questo conta per noi”.
Berlino: Erdogan lontanissimo dalla Ue
La Germania è pronta ad adottare le “misure (che ritiene, ndr) necessarie se Ankara non rispetta la legge tedesca”, ha affermato il ministro degli Esteri Sigmar Gabriel in una intervista a Der Spiegel. “Siamo stati molto chiari nel dire che possiamo sempre adottare, e che adotteremo in qualsiasi momento, le misure necessarie”, ha detto Gabriel, precisando che “chi oltrepassa la linea non può dare per scontato di poter diffondere le sue politiche in questo Paese”, ha aggiunto. Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha bollato i leader tedeschi e olandesi come nazisti per il loro rifiuto ad autorizzare interventi pubblici di ministri turchi nei loro Paesi in sostegno del referendum costituzionale di aprile a cui voteranno anche i turchi residenti all’estero. Le prospettive di adesione all’Unione europea della Turchia “sono più lontane di sempre”, ha aggiunto, precisando il suo sostegno per la “partnership privilegiata” sostenuta da Angela Merkel. Intanto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha esortato l’Unione europea ad applicare l’accordo sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi in Europa, affermando che il governo di Ankara sta vivendo ”un momento complicato” nei rapporti diplomatici. ”Se l’Ue non applica la liberalizzazione dei visti, noi abbiamo tre accordi interconnessi. La riammissione e l’accordo sull’immigrazione. In questo momento gli altri due accordi non vengono naturalmente applicati”, ha detto il capo della diplomazia turca incontrando un gruppo di imprenditori ad Alanya. ”Avevamo stabilito che i tre accordi sarebbero entrati in vigore insieme. E’ la natura dell’accordo – ha detto Cavusogli – Non è una minaccia o un bluff”. In base all’accordo sulla riammissione firmato lo scorso marzo con la Ue, Ankara avrebbe dovuto riammettete tutti gli immigrati irregolari giunti in Grecia dalla Turchia. In cambio, la Ue avrebbe liberalizzato i visti per i cittadini turchi nelle zone Schengen.