Emiliano show, Renzi? Se torna segretario dovrò sopportarlo…
Ospite degli Studi di Rainews, Michele Emiliano, governatore della Puglia e candidato alla segreteria del Pd prosegue la sua inveterata – in onda da settimane – contro Renzi e in nome di un novo Pd: il suo. Quello che, (minaccia?) qualora vincesse la corsa alla segreteria del partito, è certo potrebbe riportare agli “antichi fasti”. “Se diventassi segretario del partito potrei vincere le elezioni, questa cosa non è possibile con Renzi e Orlando”, ha precisato in vena di sensazionalismi e in un rigurgito di autostima, e in netta controtendenza con quanto chiaramente enunciato in queste settimane dai sondaggi che indicano una emorragia di consensi elettorali per il Pdche può vantare pochi precedenti.
Emiliano a tutto campo, da Renzi alle elezioni
Precisando, però, di non avere “l’ambizione di fare il premier”, ma anche di non voler rinunciare a nessuna delle carriere in corso. “Se vinco le primarie – ha aggiunto – non lascio la presidenza della regione Puglia”. E subito dopo: “Se mi dimetto da magistrato? Questa è un’altra barzelletta: per i magistrati c’è l’aspettativa, siamo uguali agli altri. Io non ho mai chiesto una progressione di carriera da quando sono in aspettativa, a differenza di molti magistrati renziani”. Insomma un Emiliano a tutto campo desideroso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa; e cos’, tra bulimia politica e progettualità concreta, fa il punto su legge elettorale e scissionisti: partendo sempre dal competitor Renzi.
Su Renzi: “Se torna segretario dovrò sopportarlo”
Così, sempre dagli studi di Rainews, Emiliano parla della sua ormai proverbiale rivsalità con l’ex premier, senza fare sconti e con entomologica citazione del pregresso. “Se Renzi dovesse tornare segretario del Pd dovrò sopportarlo. L’ho fatto per tre anni, lo faccio anche adesso”, esordisce sul futuro dei dem, lui compreso . “Ho una psicologia meno delicata di quella tipica dei militanti della sinistra. Sono abituato a scontri psicologici molto forti, quindi sono riuscito a resistere, anche se la Puglia è stata assediata. Noi qui – ha sottolineato l’esponente Pd – non siamo riusciti a discutere col governo Renzi dell’Ilva, perché io ero un dissidente, e discutere col premier era un privilegio”…
Sulla legge elettorale: il modello è il Mattarellum
Non escludendo nessun finale per l’arrivo alla meta della segreteria dem, Emiliano torna quindi a ribadire la sua proposta di legge elettorale, una formula – spiega – “che assomigli al Mattarellum, con un premio di maggioranza non particolarmente importante, che quindi rispetti la sentenza della Corte costituzionale ma che leghi il deputato al territorio e non alla segreteria”. Non solo: “Bisogna eliminare o contenere al massimo il listino dei bloccati. Mi piacerebbe che i tre candidati sottoscrivessero un accordo, chiunque vinca, per eliminare i capilista bloccati – aggiunge il governatore della Puglia – ma escludo che lo firmino, perché entrambi hanno correnti di ceto politico, e quindi hanno molte tessere – ma secondo me, meno voti – e questo creerà dei problemi”.
E sugli scissionisti del Pd: “E’ ora che tornino a casa”
E a proposito di problemi in agenda, tutt’altro che prossimi ad essere risolti, Emiliano torna anche sulla spinosa “questione scissionisti”: “Non vedo l’ora che tornino a casa. Capisco che per loro è una giornata emozionante, e quindi gli faccio tutti gli auguri del mondo, ma provo un dolore infinito nel vedere Bersani, Rossi, Speranza, costretti ad andar via dal partito che avevano fondato. E’ una cosa terribile, una sconfitta del Partito democratico molto grave”. E per giornata importante naturalmente l’esponente Pd si riferiva ai suoi ex colleghi di “ribellione” fuoriusciti dal Pd, che oggi hanno presentato il simbolo del loro nuovo movimento. “Io sono rimasto soprattutto per una ragione: non si può governare un paese complesso come l’Italia senza un grande partito della sinistra riformista. Spero che loro, risolta la questione della personalizzazione del partito da parte di Renzi, possano tornare a lavorare insieme a noi”. Che poi gli esuli del Pd siano disposti, anche con Emiliano, a rientrare nel partito, è tutto ancora da verificare..