Clandestini “all inclusive”, sgominata in Sardegna la “banda degli algerini”
Sette persone tra cui alcuni algerini residenti da tempo in Sardegna sono stati arrestati ieri nell’ambito dell’operazione Doppio cielo condotta dalle Squadre mobili di Cagliari, Roma, Sassari, Nuoro e il Reparto Prevenzione crimine Sardegna e il Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. La “mente” del traffico era un algerino trentenne regolare residente ad Assemini da dieci anni, sposato con una sarda, insieme alla quale organizzava l’accoglienza e l’espatrio dei suoi connazionali che da tempo approdano sulle coste del Sulcis. Come riferisce il sito di informazione sardo Ad Maiora Media, solo l’anno scorso qui sono arrivati oltre 1.100 clandestini e 220 tra gennaio e febbraio. Le indagini erano partite a dicembre, dopo l’arresto di altri tre algerini per ricettazione, dalle quali era emerso che esisteva in Sardegna un’organizzazione di maghrebini che forniva assistenza ai clandestini procurando loro documenti falsi e in qualche caso li accompagnava oltre la frontiera italiana, in Corsica o a Marsiglia. Gli investigatori hanno anche accertato che alcuni pagamenti, attraverso il circuito Western Union, arrivavano non solo dall’Algeria, ma anche da altri Paesi europei come Francia, Olanda e Svizzera fin dal 2015. E ieri è stato catturato ad Ancona l’ottavo uomo ricercato dalla Squadra Mobile di Cagliari nell’ambito dell’operazione Doppio Cielo che ha disarticolato un’organizzazione di nordafricani dedita al traffico di migranti dall’Algeria.
La banda forniva assistenza ai clandestini sbarcati
“Una volta sbarcati, i clienti della coppia – ha raccontato il dirigente della Squadra mobile Alfredo Fabbrocini insieme al tenente colonnello Italo Spalvieri, comandante del Roan Sardegna – sapevano di poter contare su un documento falso (una dichiarazione di richiesta dello status di rifugiato che non viene rilasciato agli algerini o una carta di identità) che consentiva loro di circolare tranquillamente. Ma anche, a richiesta, di essere accompagnati oltre il confine italiano, passando dalla Corsica ed eludendo i controlli delle autorità di confine, da due complici, un marocchino e un minorenne algerino, residenti ad Alghero”. Il business messo in piedi dall’algerino realizzava consistenti profitti con tariffe variabili tra i 100 e i 400 euro secondo il tipo di documento da falsificare e altri soldi per l’accompagnamento in Francia. Tra i complici anche il fratello 24enne del capo dell’organizzazione, anche lui regolarmente in Italia e residente a Roma, dove è stato arrestato. Oltre i due coniugi diAssemini sono finiti in manette i due residenti ad Alghero (un 18enne marocchino e un 17enne algerino) e altri due algerini di 26 e 24 anni, residenti rispettivamente a Capoterra e Cagliari. I provvedimenti cautelari sono stati decisi in tempi brevi, perché a quanto si è appreso il capo dell’organizzazione aveva capito di avere il fiato sul collo degli investigatori e aveva programmato per le prossime ore la sua fuga dall’Italia.