Calderoli a Poletti: macché lavoro ai clandestini, pensi ai nostri disoccupati
“Ma perché il ministro Poletti, teoricamente il ministro del Lavoro, a fronte di una disoccupazione complessiva vicina al 12% e di una disoccupazione giovanile oltre il 40%, al posto che preoccuparsi degli oltre tre milioni di cittadini italiani che sono senza lavoro, e magari non sono bravi a calcetto, oggi va proporre di impiegare i richiedenti asilo nei lavori socialmente utili per permettergli di integrarsi?”. Lo chiede il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli. “E poi chi dobbiamo integrare, quel 5% di immigrati che hanno veramente diritto allo status di rifugiato, quel 15% che ottiene una forma temporanea di protezione per ragioni di salute o di età o quell’80% che poi risulta irregolare? È questa l’idea del ministro Poletti, far lavorare quelle decine di migliaia di nigeriani, gambiani, senegalesi e maliani che tra un anno risulteranno irregolari e dunque da espellere?”, aggiunge il senatore leghista. Per Calderoli ora “il ministro Poletti taccia, perché ogni volta che apre bocca legittima i nostri continui inviti a dimettersi… E già che ci siamo vorremmo sapere se davvero questi immigrati lavorerebbero gratis, visto che al Senato, la settimana scorsa, il Pd, la forza di maggioranza del governo, ha bocciato un mio emendamento al decreto immigrazione in cui chiedevo di specificare che questo eventuale impiego lavorativo dei richiedenti asilo fosse sempre a titolo gratuito”. “A meno che il ministro Poletti per lavori socialmente utili non intenda il calcetto e pensi di impiegarli in pantaloncini e maglietta, per farli integrare al meglio…”, conclude Calderoli.