Brunetta: ripartiamo dal ’94 e sediamoci al tavolo. Ma senza traditori…
Autocritica per ripartire. E tornare a vincere. «Cosa manca al centrodestra? Il buonsenso. Quello di rendersi conto che dopo tanti anni di dolore e separazione, sanciti con il nostro sì al governo Monti che fu un errore, e non ancora sanati, serve ripartire dallo spirito del ’94». La pensa così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che in un’intervista al Corriere della Sera riflette sulle condizioni del centrodestra disperso in tanti rivoli e guarda con favore ai referendum del Nord parlando di «federalismo responsabile 4.0».
Brunetta: sediamoci intorno a un tavolo
A chi parla Brunetta quando si riferisce al centrodestra unito? «Penso a chi si riconosce in un programma che non può essere quello dell’Europa “a cooperazione rafforzata” di cui ci viene a parlare Gentiloni, ma un vero New Deal basato su flat tax, aiuto ai deboli, più lavoro, una moneta non egemonizzata dalla Germania – spiega il capogruppo azzurro – penso a tante forze, escludendo chi ha tradito stando al governo per fare riforme sonoramente bocciate: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, i partiti di Rotondi, di Fitto, di Quagliariello, di Mauro, i liberali di De Luca, i repubblicani di Nucara, la destra di Storace e Alemanno, e ai nostri sindaci eletti in liste civiche». Insomma al primo posto deve esserci un programma comune, ma il percorso è tutto da costruire. «Sediamoci subito al tavolo, dobbiamo puntare a essere un rassemblement alle elezioni immaginando, dopo la vittoria, di convergere in un partito unico. Berlusconi può esserne il padre come è sempre stato per il centrodestra, poi le leadership possono essere plurali, vedremo con che legge si voterà. A breve il voto in Olanda, Francia, Germania comunque cambierà l’Europa: facciamoci trovare pronti e uniti alla sfida».