Belgio, i terroristi dell’aeroporto lasciarono armi per altri attentati

20 Mar 2017 17:27 - di Annamaria Matticari

I terroristi islamici degli attentati del 22 marzo a Bruxelles si erano premurati di lasciare armi per altri loro possibili successori. A quanto rivela oggi la Libre Belgique, sulla base di una registrazione audio in possesso degli inquirenti, il giorno prima dell’attentato i due terroristi suicidi dell’aeroporto di Zaventem informarono un loro contatto in Siria che a Bruxelles vi erano armi e uomini disposti a colpire. A parlare sono Najim Laachraoui e Ibrahim El Bakraoui, che fanno menzione di Abou Imrane e di “fratello Amin”, i quali sperano entrambi di poter raggiungere i combattenti dello Stato Islamico. Secondo La Libre Belgique, gli inquirenti ritengono che Imrane e Amin siano rispettivamente Bilal El Makhoukhi e Hervé Bayingana Muhirwa, arrestati lo scorso 8 aprile. Rimane la questione delle armi. Per gli attentati all’aeroporto e nella metropolitana di Bruxelles furono usati solo esplosivi. Ma c’erano anche delle armi da guerra, la cui esistenza è provata da una foto che mostra gli attentatori in posa accanto ad un arsenale e la bandiera dello Stato Islamico. Armi che però non sono ancora state
ritrovate e la cui esistenza rimane uno dei misteri ancora da chiarire a un anno dagli attentati che causarono 32 morti.

Ricevuta dai reali la donna ferita all’aeroporto

Intanto, emozionata ed elegantissima nel suo sari tradizionale, l’hostess indiana che è stata uno dei volti dell’attentato all’aeroporto di Bruxelles è stata ricevuta oggi dal re e la regina del Belgio. Il suo volto sorridente, con re Filippo e la regina Matilde, diffuso su Twitter dal palazzo reale, non ha più nulla a che vedere con la donna coperta di polvere, il viso stravolto e gli abiti strappati la cui immagine fece il giro del mondo il 22 marzo dell’anno scorso. Un anno fa Nidhi Chaphekar, 40 anni, si apprestava a salire su un aereo diretto negli Stati uniti, quando fu investita dalla seconda esplosione nella hall dell’aeroporto di Zaventem. Ferita con ustioni sul 20% del corpo, è rimasta ricoverata due mesi in ospedale ad Anversa, uno dei quali in coma. Madre di due figli, è arrivata da Bombay per tornare nel luogo dell’attentato, assieme al marito che l’ha accompagnata anche a palazzo reale.

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