Ambulanti in piazza contro la Bolkestein. Rampelli: il governo si fermi
Tornano in piazza contro la direttiva Bolkestein, il documento approvato dalla Commissione europea nel 2006 che punta alla libera circolazione dei servizi e all’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi. Da tutta Italia centinaia e centinaia di ambulanti al grido di “Il mercato non si tocca” e sventolando striscioni con la scritta “Bolkestein ammazza ambulanti” si sono ritrovati in piazza della Repubblica a Roma. «Siamo tantissimi e continuano ad arrivare pullman e non siamo facinorosi», precisano a poche settimane dalla rivolta congiunta con i tassisti che paralizzò il centro della Capitale. All’origine della protesta la parte della direttiva che riguarda l’obbligo di messa al bando delle concessioni in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali, dunque il punto che prevede la messa a gara di tutte le postazioni sul suolo pubblico.
Protesta degli ambulanti contro la Bolkestein
In piazza con i venditori ambulanti anche Fabio Rampelli che ha polemizzato con il divieto di far svolgere la manifestazione («riuscitissima,come era nelle previsioni») nei luoghi istituzionali. «Il governo conferma di aver paura di concedere l’autorizzazione per far svolgere questi presidi davanti a Montecitorio o a Palazzo Chigi», ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia che fin dagli inizi ha seguito la vicenda difendendo ambulanti e tassisti che «rappresentano un’espressione del lavoro libero, senza padroni né condizionamenti politici, che può dare ancora un futuro anche ai giovani senza farglielo pietire». Soddisfatto dalla notizia che una delegazione di venditori ambulanti verrà nelle prossime ore ricevuta dal presidente Gentiloni, Rampelli conferma la richiesta che «la scandalosa direttiva Bolkenstein» escluda il comparto del lavoro ambulante. «Non c’entra nulla con la vostra attività – ha detto rivolgendosi ai manifestanti – con il lavoro autonomo, con il commercio ambulante. Se così non fosse si stabilirebbe per legge il principio che le multinazionali straniere possano occupare le nostre piazze e il suolo pubblico italiano con una concorrenza sleale e inaccettabile». Al contrario – ha aggiunto – il lavoro degli ambulanti che si alzano la mattina alle 5, montano i propri banchi e si confrontano con i cittadini senza pesare sulle casse dello Stato, dovrebbe essere promosso e incoraggiato. «Se il governo non verrà a più miti consigli – ha concluso Rampelli prima di raggiungere la protesta dei balneari sotto Montecitorio – proporremo di sottoporre a referendum la legge italiana che recepisce la direttiva europea».