Zuckerberg ora si sente come Dio: “Con Facebook voglio unire l’umanità”

17 Feb 2017 9:56 - di Monica Pucci

Ovviamente il primo pensiero è a Donald Trump: a lui sembra rivolgersi il fondatore di Facebook quando lancia messaggi al mondo intero: uniamoci, lasciamo da parte l’egoismo. Con una domanda di fondo: “Stiamo costruendo il mondo che vogliamo?”. I toni sono quelli del novello profeta, un Gesù post-moderno: ma la domanda, purtroppo, è del Mark Zuckerberg, con un lungo post destinato ad alimentare ulteriori speculazioni sulla sua corsa per la presidenza degli Stati Uniti. Nel lungo appello, che già viene presentato come un vero e proprio  “manifesto” contro il trumpismo, Zuckerberg annuncia una serie di modifiche alla missione non ufficiale del social network che “negli  ultimi dieci anni si è focalizzato nel mettere in contatto amici e familiari”. Ora, in un mondo che tende a polarizzarsi e dove si stanno rafforzando le tendenze isolazioniste, “il nostro prossimo obiettivo  sarà quello di sviluppare l’infrastruttura sociale per la nostra comunità – per sostenerci, per tenerci al sicuro, per informarci, per  l’impegno civico e per l’inclusione”.

Zuckerberg non cita Trump ma…

Come un profeta, dunque: dalla chat alla parabola, all’insegnamento… Pur non menzionando mai le politiche divisive del presidente americano, Donald Trump, o la Brexit, Zuckerberg si sofferma sul clima corrente, sostenendo che “in tempi come questi, la cosa più importante che Facebook può fare è sviluppare le infrastrutture sociali per dare alla gente la possibilità di costruire una comunità globale che  funziona per tutti noi”. “Quando abbiamo cominciato – afferma ancora -questa idea non era contestata. Ma ora, nel mondo ci sono persone lasciate  indietro dalla globalizzazione e movimenti che spingono per il tirarsi  indietro dalla connessione globale. Ci sono dubbi sul fatto possiamo creare una comunità globale che funzioni per tutti, e se il nostro  percorso futuro è quello di collegare di più o di invertire la rotta”.

Cambiare passo, dunque, perché “le nostre più grandi opportunità sono  ormai globali, come diffondere la prosperità e la libertà, la  promozione della pace e della comprensione, aiutare le persone povere  e accelerare lo sviluppo scientifico”. Ma per Zuckerberg anche le  “sfide più grandi hanno bisogno di risposte globali, come porre fine
al terrorismo, la lotta al cambiamento climatico, e la prevenzione  delle malattie. Ii progresso richiede che l’umanità si riunisca, non  solo nelle città o nelle nazioni, ma in quanto comunità globale”.   E a tal fine, il fondatore di Facebook ha riferito di aver disposto  “l’investimento di sempre maggiori risorse a tale bisogno”, perché “la  mia speranza è che un crescente numero di persone impegni la propria  energia per costruire l’infrastruttura sociale a lungo termine
necessaria a riunire l’umanità”.

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