Tor Sapienza, esplode la rabbia: «Rom e roghi, siamo stati abbandonati»
Il bando delle periferie, la lotta agli abusivi, le corsie preferenziali, i fondi per il trasporto pubblico, il piano foglie, il piano tombini. Come si legge su RomaToday nelle ore del caos politico che ha travolto la sindaca di Roma, l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo la difende con un lungo elenco di cose fatte diffuso sui social. Quarantatre punti che condivide anche il presidente della Commissione Politiche Sociali del V municipio, Umberto Placci. Ma a Tor Sapienza non convincono affatto, e sotto il post si scatenano i commenti.
Tor Sapienza, la protesta via web
Si legge ancora su RomaToday: «Mi permetto di dire che non c’è bisogno di listoni per proteggere l’operato di una giunta – scrive Davide – Quella il cittadino la tocca con mano, direttamente; non ha bisogno di leggerla nei social». E Tor Sapienza non la tocca da tempo. Roberto: «Tor Sapienza fa parte della periferia praticamente non pervenuta». Maria Teresa: «Apprezzo molto tutto questo (l’elenco di cose fatte, ndr), però Tor Sapienza è rimasta sempre la stessa, le strade piene di mondezza e di abusivi». E ancora Tiziana, del comitato di quartiere di Tor Sapienza: «Confermo, Tor Sapienza e tante altre periferie sono in stato pietoso. Siamo stati oggetti di campagna elettorale da parte di tutti i partiti, poi però quando si è trattato di agire ed investire soldi in servizi, le risorse si sono concentrate solo per il centro. Abbiate almeno il coraggio di ammetterlo».
Nulla è cambiato nel quartiere
Insomma, si legge ancora su RomaToday nel quartiere nulla è cambiato a cominciare dalle condizioni della baraccopoli di via Salviati, un covo di roghi tossici e illegalità. Di questa mattina l’ennesimo video dei fumi che si levano dalle baracche, girato dal cellulare di Roberto Torre, presidente del Cdq. L’unica soluzione sembra essere la chiusura dell’insediamento. E a questo ci penseranno le istituzioni con il piano apposito che vede a lavoro l’assessore al Sociale Laura Baldassarre. Il presidente Placci lo conferma in Consiglio: «Non si può chiudere un campo rom senza una progettualità, il Casilino 900 ci ha già insegnato tutto a riguardo. Non si parla di dare case ai rom ma di risolvere il problema in maniera graduale». E nel frattempo? Misure concrete d’emergenza non sembrano all’orizzonte. Le bonifiche di Ama, avviate all’indomani della tragedia di Zhang Yao, sono già risultate insufficienti e i rifiuti, conclude RomaToday, sono tornati a circondare le baracche dopo poche ore. Così, a rispondere ci pensa l’ironia del web: «Serve una polizza fumi a nostra tutela».