Roma, aggredisce la ex e scappa con il neonato di due mesi: caccia all’uomo

18 Feb 2017 11:02 - di Ginevra Sorrentino

È caccia all’uomo nella capitale, dove un uomo ha aggredito la sua ex compagna e poi è scappato con il figlio di appena due mesi e mezzo. Tutto si è consumato nel giro pochi, concitatissimi attimi: i due litigano in mezzo alla strada, i toni si fanno sempre più accesi, il gesticolare nervoso tradisce chiaramente agitazione e rabbia e poi, dopo un violento scambio di battute, la lite arriva al culmine tanto che l’uomo arriva a sferrare un pugno alla donna prima di fuggire con  il neonato che dormiva in un una carrozzina blu, allontanandosi a piedi e sparendo nel buio.

Aggredisce la ex e scappa con il neonato di due mesi

È accaduto tutto nel giro di breve, ieri sera a Monterotondo, vicino a Roma. Immediate sono scattate le ricerche dei carabinieri che stanno coinvolgendo da ore protezione civile, unità cinofile emezzi in volo: è stato attivato, infatti,  il piano di ricerche provinciale. Quello che si sa al momento è solo che il ragazzo, un 21enne di colore, al momento della fuga indossava una felpa a scacchi bianca e nera su un paio di pantaloni neri, mentree il bimbo – fanno sapere gli investigatori – era su un passeggino Foppapedretti blu. Per il resto, il giovane – di cui è stata anche diffusa una foto – sembra aver fatto perdere le sue tracce.

Quel tragico precedente che si vorrebbe solo dimenticare…

E, anche se non si ha il coraggio di confessarlo, la memoria torna indietro nel tempo, a qualche anno fa, quando il non ancora trentenne Patrizio Franceschelli dopo una lite e in preda alla rabbia, volendosi vendicare della compagna che lo aveva lasciato torando a vivere con la madre, scelse di farlo nel modo più disumano: gettando nel Tevere il figlioletto Claudio, di appena 16 mesi. Oggi per quell’omicidio assurdo e inaccettabile quell’uomo – con precedenti per spaccio di droga e lesioni – sta scontando una condanna a 30 anni di reclusione, comminata al termine di un processo che si è svolto con il rito abbreviato. Ma la condanna al dolorem inflitta alla mamma del piccolo indica un ineluttabile “fine pena mai”…

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *