Renzi: non canto “Bandiera rossa” ma anche io sono di sinistra
E’ un po’ il destino di Matteo Renzi, cercare di convincere chi non si fa convincere. Ci ha provato con gli italiani, vestendo i panni del leader decisionista. Adesso deve provarci con la minoranza del suo partito, anche se nessuno gli crede. Perché l’autodifesa per la quale ha optato Matteo Renzi non è, francamente, credibile. Dice di essere di sinistra anche se non canta “Bandiera rossa” ma si è sempre autodipinto come colui che voleva traghettare il Pd oltre le secche dell’ideologia. Dice, ancora, che nessuno ha il copyright della parola “sinistra” ma ha sempre agito e parlato come se avesse molta fretta di liberarsi anche dei residui invisibili di quel copyright.
E deve pur darne una definizione, Renzi, di questa sinistra che tutti cercano e nessuno trova. Eccola: “La sinistra non e’ quello che diceva capotavola e’ dove sono io, ma dove ci sono le ragioni dell’inclusione, del rispetto degli uni verso gli altri, l’attenzione per le periferie e per le periferie del nostro scontento, per le persone che stanno fuori la catena della decisione”.
Più politico l’intervento del segretario all’assemblea del Pd quando dice che la scissione sarebbe un bel regalo a Beppe Grillo e quando fa capire che non è disposto a qualsiasi forma di compromesso pur di evitarla. “Peggio della scissione – afferma Renzi – c’è solo il diktat della minoranza“.
Poco credibile, ancora, quando si presenta come il leader che ama il dibattito interno al punto da voler imporre il congresso a chi non lo voleva: “Non possiamo difendere principi democratici se non li applichiamo. Il Congresso è l’alternativa al modello Casaleggio o Arcore. Se non lo facciamo diventiamo come gli altri”. Quindi evoca i padri dell’Ulivo e del Pd, anche loro del resto usciti ammaccati dalla prova della leadership perché al centro di gelosie, manovre, camarille di corrente. “Con Prodi e con Veltroni ci sono stati momenti analoghi, in cui si èimmaginato di bloccare il percorso di crescita del Pd, io vorrei chiedervi di andare avanti”,