Renzi: non andatavene, portate idee. La minoranza: ci tratti da figuranti

15 Feb 2017 14:20 - di Francesco Severini

Venti di guerra nel Pd, che soffiano sempre più forte con il congresso alle porte e la minaccia di scissione che continua ad essere evocata. Matteo Renzi lancia appelli e rassicurazioni ma la minoranza tiene, per ora, chiusa ogni porta, avendo compreso che quella della ex premier è una corsa senza sconti per nessuno e, soprattutto, sulle stesse basi politiche che l’hanno condotto alla sconfitta del 4 dicembre. 

Renzi: rimettiamoci in cammino insieme

Scrive Renzi nella enews del Pd: “Ora è tempo di rimettersi in cammino.  Come mi ha scritto stamani il mio amico Gennaro: è tempo di ricucire il futuro. Facciamolo insieme!”.  E ancora: “Il verbo del congresso e delle primarie non è ‘andatevene!’ ma ‘venite!’, portate idee, portate sogni, portate critiche. Venite, partecipate. È inspiegabile far parte di un partito che si chiama democratico e aver paura della democrazia”. “Venite, amici. Dico anche a chi sta fuori dal Pd ‘venite e iscrivetevi’ (c’è tempo fino al 28 febbraio)”.

La minoranza: ormai il Pd è il partito di Renzi 

La minoranza replica con una nota congiunta di Roberto Speranza, Michele Emiliano e Enrico Rossi. Nella nota si sottolinea che “l’esito della Direzione” di lunedì “è stato profondamente deludente e ha sancito la trasformazione del Partito Democratico nel Partito di Renzi, un partito personale e leaderistico che stravolge l’impianto identitario del Pd e il suo pluralismo”. Ancora più esplicito Francesco Boccia: “In direzione i nodi sono rimasti irrisolti. Il tema serio è uno solo, sono mesi che si chiede il congresso e questo viene negato, poi improvvisamente lo si decide ma alle proprie condizioni, tutto di gran corsa. Troppe cose non quadrano”.

Renzi per essere credibile – continua Boccia –  avrebbe almeno dovuto mettere sul tavolo le sue dimissioni da segretario. Invece detta regole tutte sue e vuole fare le cose in due mesi pensando che la base del partito sia fatta da figuranti. Basta con questo approccio che porta Renzi a considerare tutti come dei figuranti. Abbia l’umiltà di confrontarsi in ogni circolo e in tutte le province con tutti i candidati che presentano proposte alternative”. 

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