Polizze, per i pm nessuna corruzione. Ora la Raggi risponda a tre domande
Raccontano le cronache che Virginia Raggi sia «caduta letteralmente dalle nuvole» quando i pm le hanno mostrato copia della polizza con cui Salvatore Romeo, dipendente del Campidoglio, la indicava come beneficiaria finale della polizza, anzi delle polizze vita – una da 30mila euro stipulata a gennaio 2016 e senza scadenza, mentre l’altra di 3mila euro era in scadenza nel 2019 – a lui intestata. Significa che in caso di morte di Romeo, a riscuotere il “premio” sarebbe stata la “sindaca” di Roma
La Procura non sentirà Salvatore Romeo
I pm hanno creduto alla inconsapevolezza della Raggi e – secondo quanto si è appreso – sarebbero orientati a non sentire Romeo, dal momento che non avrebbero ravvisato in queste strane polizze alcun elemento in grado di configurare ipotesi corruttive. La Procura avrebbe infatti accertato che il denaro con il quale sono state stipulate le polizze era nella disponibilità di Romeo sin dal 200o. In pratica si tratterebbe di polizze per investimento che non richiedono la controfirma del beneficiario e alla scadenza l’importo maturato può essere ritirato solo dall’investitore. Il beneficiario può averlo solo in caso di morte dell’investitore.
La Raggi ha l’obbligo politico di fare chiarezza
Sarà senz’altro così sotto il profilo giudiziario. Sotto quello più squisitamente politico, tuttavia, la “liberatoria” dei pm non può esimere la Raggi dal fornire ai romani e agli italiani spiegazioni convincenti. In primo luogo, se il Romeo che la indicava beneficiaria delle polizze vita stipulate a proprio nome sia lo stesso dipendente comunale che da “sindaca” ha più volte promosso fino a consentirgli di triplicare lo stipendio; quali motivi o quali meriti l’abbiano indotta a favorire o ad assecondare tali avanzamenti di carriera e di realtivo trattamento economico; infine, quali motivi l’abbiano spinta ad incontrare i dipendente Romeo non nel proprio ufficio bensì sui tetti del Campidoglio come teneri gattini in amore. Un’ultima domanda va invece rivolta a Grillo, Di Maio e Di Battista, sperando che rispondano con parole sincere e non legnose: con questo po’ po’ di nomine scriteriate, di stipendi triplicati, di polizze “a sua insaputa”, di colloqui istituzionali sui tetti, se la Raggi fosse stata del Pd o di Forza Italia, l’avreste difesa lo stesso? Ve-ri-tà, ve-ri-tà, ve-ri-tà…