Più alti e dal pene più piccolo: così l’inquinamento sta mutando i maschi di domani
Ventenni più alti, con braccia lunghe, meno fertili e più “femminili” per colpa dell’inquinamento ambientale. Uno studio dell’Università di Padova segnala l’aumento dell’altezza, la riduzione del volume dei testicoli e del numero degli spermatozoi e una ridotta androgenizzazione nei giovani maschi, “che possiamo definire ‘mutanti’. Insomma l’ambiente modifica i caratteri sessuali e la fertilità degli uomini del III millennio”. Lo spiega Carlo Foresta, coordinatore di uno studio eseguito dai ricercatori della Unità di andrologia e medicina della riproduzione dell’Università di Padova. Se ne parlerà domani, 24 febbraio, ad Abano Terme al XXXII convegno di Medicina della riproduzione presso il Centro congressi Pietro d’Abano.
Dossier italiano sui maschi del terzo millennio
Il gruppo di ricerca coordinato da Foresta, ha recentemente dimostrato che nei ventenni del terzo millennio, oltre alla riduzione della produzione degli spermatozoi, si osserva una variazione delle strutture corporee che sono indice di un alterato equilibrio degli ormoni testicolari, che può svilupparsi nella fase embrionale o nella fase adolescenziale. Questi giovani, spiegano gli esperti in una nota, hanno una maggiore lunghezza degli arti rispetto al tronco, una riduzione del volume del testicolo e una riduzione della lunghezza del pene (-0.9 cm) rispetto a precedenti osservazioni.
Effetti già riscontrati sui maschi di alligatore e di orso
Questi risultati richiamano gli importanti cambiamenti intersessuali osservati in alcune specie animali, come gli orsi polari e gli alligatori dei laghi americani, che vivono in ambienti particolarmente inquinati ed attribuiti proprio agli interferenti endocrini. Le variazioni antropometriche individuate da questo studio «sono sicuramente molto sfumate, ma sono indicative di quanto l’ambiente stia incidendo anche sulle caratteristiche antropometriche dell’uomo», concludono gli autori.