Nuova “puntata” del giallo del fratellastro di Ciccio Kim: quarto sospetto
Non ci sono più parole per commentare gli elementi nuovi che ogni giorno conferiscono alla spy story nordcoreana contorni surreali. La morte ancora oscura del fratellastro di “Ciccio Kim” vede ora spuntere un quarto sospetto, un cittadino nordcoreano, che è stato arrestato dalla polizia della Malaysia impegnata a far luce sul caso dell’omicidio di Kim Jong Nam. L’annuncio è stato dato a Kuala Lumpur dalla polizia: l’uomo – è stato reso noto – è stato arrestato nella tarda serata nello stato di Selangor, vicino alla capitale ed è stato identificato come Ri Jong Chol dal nome che figura sul documento di cui è stato trovato in possesso. Sarà la volta buona per fare luce sul caso che più oscuro non si può?
Una spy story per il fratellastro di Ciccio Kim
C’è da dubitare, vista la “carrellata” di sospetti che costellano la vicenda. Prima di lui, infatti, la polizia della Malaysia aveva fermato una donna con documenti vietnamiti e successivamente una cittadina indonesiana assieme al compagno malese. La polizia ha intanto contestato le notizie secondo cui le autorità starebbero rimandando di proposito la restituzione delle spoglie di Kim Jong Nam, spiegando che esistono norme e regole precise nel paese che vanno rispettate. La polizia ha precisato che l’inchiesta non potrà essere completata fino a quando non saranno stati consegnati campioni di DNA della famiglia di Kim Jong Nam. La polizia non ha tuttavia confermato le notizie secondo cui potrebbe essere realizzata una seconda autopsia. La Corea del nord intanto “si chiude” a queste richieste avendo lasciato chiaramente lasciato intendere che non accetterà i risultati di quella già condotta. “La parte malese ha forzato l’autopsia senza il nostro permesso e la nostra presenza.
Respingeremo categoricamente i risultati dell’autopsia condotta unilateralmente in nostra assenza”, ha detto l’ambasciatore nordcoreano in Malaysia, Kang Chol, parlando con i giornalisti davanti all’obitorio dove si trova la salma di Kim, il fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong, assassinato lunedì all’aeroporto di Kuala Lumpur.
Fonti del governo sudcoreano sostengono ora che per ucciderlo potrebbe essere stato usato del gas nervino. Erano state arrestate sibito dopo la morte del fratellastro di Ciccio Kim due donne che comparivano nelle registrazioni delle telecamere di sicurezza all’aeroporto di Kuala Lumpur: una con passaporto del Vietnam sul quale risultava il nome di Doan Thi Huong, nata il 31 maggio 1998 a Nam Dinh, che secondo il quotidiano The Star cercava di rientrare in Vietnam, e poi una con passaporto dell’Indonesia che è stata identificata come Siti Aishah, nata l’11 febbraio del 1992. «Durante l’interrogatorio le due sospette principali hanno sostenuto di essere state raggirate e usate per il delitto. Credevano di fare le comparse per uno «Scherzi a parte» della tv malese. «Erano state avvicinate da quattro uomini che si erano finti membri di una troupe televisiva impegnata nella realizzazione di un reality show: avrebbero dovuto spruzzare dell’acqua sulla faccia di passeggeri in attesa e fuggire ridendo. Compenso per la comparsata un centinaio di dollari. Dicono di averlo fatto per tre o quattro volte la mattina del 13 febbraio, senza problemi. Poi, quando hanno ripetuto lo scherzo nei confronti di Kim Jong-nam (che però naturalmente sostengono di non aver mai conosciuto), il liquido fornito dalla finta troupe sarebbe cambiato in veleno e la vittima non ha avuto scampo. Una tesi credibile?», si legge nella ricostruzione del Corriere della Sera.