Mozzarelle di bufala e… bufale di mozzarella: la Gdf sventa l’ultima truffa
Mozzarelle di bufala e… bufale di mozzarella: purtroppo, contrariamente a quanto prescrive una nota legge matematica, in ambito alimentare cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto cambia. Eccome se cambia il prodotto! E allora, una frode agroalimentare nel settore lattiero caseario e, in particolare, nella produzione di mozzarelle di bufala campana dop, è stata appena scoperta – e fortunatamente sventata – dalla Guardia di Finanza di Caserta. Per ore, nella mattinata, sono state disposte ed eseguite una serie di misure cautelari ed interdittive nei confronti di allevatori, rivenditori di latte e titolari di caseifici con contestuale sequestro di 3 aziende coinvolte nella truffa. Ai fermati sono stati contestati i reati di adulterazione del latte utilizzato nel ciclo produttivo, di commercializzazione di prodotti alimentari potenzialmente nocivi per la salute e la contraffazione del marchio dop.
Sventata una truffa di mozzarelle di bufala
Così, dopo il fiordilatte fosforescente che malauguratamente diventava blu, rischiavano di finire in commercio anche chissà quali ingenti quantitivi di cagliata destinata alla produzione di formaggi a pasta filata, come le mozzarelle, fortunamente sequestrate nell’ambito di una serie di controlli a cui sono state sottoposte varie aziende. Un’operazione che – come altre che l’hanno preceduta – ha fatto emergere modalità inquietanti di acquisto e trattamento di prodotti alimentari tra i più diffusi, da parte di imprenditori dissennati. E allora, dopo il pollo agli antibiotici, le uova alla diossina, il latte tossico. La mozzarella che diventa blu, i cibi scaduti rimessi sul mercato, l’olio adulterato, e il vino senza uva, tutti “classici” della sofisticazione, chi pensava che lo scandaloso capitolo delle frodi alimentari avesse già ampiamente oltrepassato il limite delle colonne d’Ercole dell’immaginabile si è dovuto ricredere. Ancora una volta. Anche quest’ultima truffa allora, per fortuna sventata tempestivamente, ha inferto comunque un colpo sotto la cintura al Made in Italy, oltre ad aver gettato discredito su uno dei prodotti più apprezzati e amati della nostra cultura gastronomica.