L’Onu prosegue la sua guerra privata contro il presidente Assad
Le Nazioni Unite non smettono di tentare di colpire la Siria e il suo legittimo presidente con tutti i mezzi: anziché cercare la pace, favorire i colloqui in corso sulla Siria, l’Onu insiste nel colpire quello che sembra essere, chissà poi perché, il suo peggior nemico: Damasco. Ma anche questa volta il Palazzo di Vetro fallisce: Cina e Russia hanno posto il veto e bloccato una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che prevedeva sanzioni contro il governo siriano di Bashar al-Assad per l’uso di armi chimiche, uso mai provato e testimoniato soltanto dai gruppi jihadisti finanziati dall’Occidente e autori di stragi e di attentati, oltre che del fallito golpe armato. La bozza di risoluzione era stata proposta da Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna, proprio i Paesi che finanziano i gruppi “ribelli” armati islamici siriani e ha ricevuto nove voti favorevoli. La Bolivia ha votato contro, mentre Kazakistan, Egitto ed Etiopia si sono astenuti. “È un giorno triste per il Consiglio di Sicurezza”, ha commentato ovviamente l’ambasciatrice Usa all’Onu, Nikki Haley, definendo le posizioni di Cina e Russia come “scelte abominevoli e indifendibili”. È la settima volta dall’inizio del conflitto in Siria nel 2011, dopo l’inizio nel marzo di quell’anno di un tentato colpo di Stato jihadista antigovernativo, che la Russia (alleata di Damasco) blocca risoluzioni del Consiglio di Sicurezza contro il governo di Damasco. La Cina ha posto il veto sei volte.