Livorno, evadono imposte per cinque milioni di euro: tre arresti
Eseguiti tre arresti per reati fallimentari, tributari e contro il patrimonio e sequestrati denaro e un fondo commerciale. Circonvenzione di un cinquantasettenne affetto da totale e permanente invalidità civile. Sottrazione all’erario di quote di società proprietaria di un rilevante complesso alberghiero in Romania. Imposte evase per oltre cinque milioni di euro. Interesse privato di un curatore nella gestione di un fallimento a favore del proprio coniuge. È quanto è emerso da un’indagine portata a termine dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Livorno. I militari , su ordine della procura della repubblica labronica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal gip del locale tribunale, Fabrizio Nicoletti, di applicazione della misura cautelare personale nei confronti di tre persone (tra cui due coniugi) residenti a Livorno, di cui una nei confronti di T.P, in carcere, e due sottoposte agli arresti domiciliari (S.C. e L.S.).
Livorno, la circonvenzione d’incapace
Nei confronti dei due coniugi è stato disposto anche il divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali (il marito T.P. è amministratore di più società operanti nel settore immobiliare ed edile) e la sospensione della carica di curatore fallimentare per la moglie S.C., titolare di uno studio di commercialista, con sede legale a Lucca ma di fatto operativo su Livorno. Le contestazioni, che riguardano in totale quattro persone, hanno ad oggetto plurime ed articolate fattispecie di reato: circonvenzione di incapace, bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e interesse privato del curatore fallimentare. Le indagini dirette dalla locale procura della Repubblica (titolare il pm Daniele Rosa) sono state sviluppate da personale del nucleo di polizia tributaria e hanno avuto origine, nel 2015, a seguito dell’esame del contenuto di un hard disk di T.P. (sequestrato nell’ambito di un separato procedimento penale) da cui sono emersi ulteriori elementi investigativi, con l’avvio dell’operazione denominata “False Guardian”. La prima condotta illecita si riferisce ad un’ipotesi di circonvenzione di incapace, commessa in concorso dai tre arrestati, per aver sistematicamente abusato delle deficitarie condizioni psico-fisiche di un 57enne livornese, privo delle capacità di autodeterminazione, dichiarato invalido civile al 100% e totalmente inabile al lavoro.
Depauperato il patrimonio dell’incapace
In particolare, all’invalido civile, pur se non interdetto o inabilitato ufficialmente è stata fatta sottoscrivere una procura generale davanti ad un notaio a favore della cugina, L.S. (oggi arrestata), per l’amministrazione e la gestione di tutti i beni posseduti e ricevuti in eredità, comprensivi di sei appartamenti, un fondo, un terreno e disponibilità finanziarie. A seguito di ciò, la procuratrice (unitamente agli altri due coniugi arrestati) avrebbe proceduto, nell’arco di soli cinque anni, al progressivo depauperamento del patrimonio mediante la vendita di due unità immobiliari e l’utilizzo sistematico delle disponibilità finanziarie, con l’appropriazione indebita di somme superiori a 230mila euro, di cui i tre hanno usufruito per far fronte anche a spese strettamente personali, tra cui un viaggio a Cuba nel 2012, ai costi per il rimessaggio di un’imbarcazione o al pagamento dello stipendio di dipendenti di loro società.