La Raggi fa un altro dispetto ai romani: chiude il mercatino del Circo Massimo
La giunta Raggi fa un’altra vittima: il mercatino agricolo di via San Teodoro, a due passi dal Circo Massimo. Si tratta di un appuntamento settimanale molto amato dai romani e di sostegno all’economia locale: vi operano 60 aziende della Capitale e decine di aziende del Lazio. Ora, però, sarà sfrattato, perché il Comune non ha concesso la proroga per farlo proseguire fino alla pubblicazione del bando per l’assegnazione dello stabile in cui si svolge. Un pasticcio simile a quello delle bancarelle natalizie di piazza Navona, compiuto ancora una volta in nome della legalità.
L’allarme inascoltato della Coldiretti
A rendere ancora più fastidiosa la situazione è il fatto che la Coldiretti, che promuove il “Mercato di Campagna Amica”, come si chiama l’iniziativa, aveva lanciato l’allarme per tempo. «Il Comune rivendica di avere operato nel rispetto della legalità. Anche noi siamo dalla parte della legalità, sempre e comunque. Tanto è vero che – ha spiegato Aldo Mattia, direttore della Coldiretti Lazio – da più di tre mesi stiamo sollecitando l’amministrazione a pubblicare il bando per riassegnare lo stabile di San Teodoro». «Sforzo vano il nostro, perché del bando, al quale la Fondazione Campagna Amica risponderà, non vi è traccia e questo ritardo – ha commentato Mattia – penalizzerà sia gli imprenditori agricoli, sia le migliaia di famiglie romane che ogni sabato e domenica, da quasi dieci anni, frequentano il mercato».
La manifestazione della Coldiretti
La Coldiretti, comunque, non si dà per vinta e spera ancora in un «ripensamento da parte della sindaca Raggi». «Confidiamo nella concessione della proroga», ha aggiunto ancora Mattia, nel corso di un presidio al Circo Massimo per chiedere un intervento. Una manifestazione cui hanno partecipato anche i consumatori e alla quale si affianca una petizione.
Dalla giunta Raggi «uno schiaffo alla città»
Allo stato attuale, però, l’associazione non può che registrare lo «sfratto» da parte dell’amministrazione comunale. «Uno schiaffo alla città, da oggi più povera», lo ha definito il presidente della Coldiretti del Lazio, David Granieri, ricordando che dal 2009 a oggi il mercato, uno di quelli con vendita diretta dal produttore al consumatore, è stato più di un semplice momento commerciale. «Ha favorito l’economia agricola della Capitale e del Lazio, sostenendo il reddito delle aziende locali e offrendo ai consumatori romani – ha detto il presidente di Coldiretti Lazio – un punto di riferimento settimanale per la spesa agroalimentare di qualità con prodotti coltivati e lavorati sul territorio, tracciati dall’origine, freschi e stagionali». Una «esperienza di filiera corta» apprezzata tanto dai romani quanto «dai turisti di tutto il mondo», ma che ora viene interrotta «brutalmente» per l’ennesima inefficienza del Comune.