Il patriarca di Mosca Kirill: perdoniamo le persecuzioni dei cristiani in Urss
Il trasferimento alla Chiesa ortodossa della gestione della Cattedrale di Sant’Isacco di San Pietroburgo “è in programma nell’anno in cui cade l’anniversario della Rivoluzione e per questo può diventare simbolo della riconciliazione nazionale”, ha affermato il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill. “La distruzione di chiese e le uccisioni di massa dei credenti è stata un capitolo orrendo della nostra storia e ha sancito una divisione nella nazione. Ma ora l’atmosfera di pace che circonda le chiese restituite ai credenti deve diventare simbolo di accordo e di perdono reciproco”, ha aggiunto, in un intervento alla riunione del Consiglio supremo della chiesa che si è svolto alla Cattedrale di cristo il salvatore a Mosca assicurando che l’ingresso a Sant’Isacco, dopo che sarà passata sotto l’amministrazione della Chiesa ortodossa, sarà
gratuito. I lavori di restauro e mantenimento della Chiesa avverranno grazie alla vendita dei biglietti per la visita del colonnato e di visite organizzate, ha spiegato.
Kirill e Putin d’accordo sulla riconciliazione
La proprietà della Chiesa rimarrà della città di San Pietroburgo. Da quando è stata annunciata la decisione per il passaggio della gestione del monumento, si sono svolte diverse proteste e contro il provvedimento si sono espresse personalità autorevoli del mondo culturale russo, a partire dal direttore del museo Hermitage, Mikhail
Piotrovsky per cui si tratta di una “provincializzazione selvaggia” della città. Delle quattro cattedrali di San Pietroburgo, originariamente riunite in un unico Museo, ne rimangono solo due, inclusa Sant’Isacco. Lo scorso anno, il comune ha ceduto l’amministrazione della Cattedrale Smolny alla Chiesa e ai primi di febbraio San Sampson. Dopo il trasferimento di Sant’Isacco, al Museo rimarrà solo la Cattedrale del salvatore sul sangue versato, costruita nel punto in cui era stato ucciso Alessandro II, di cui la Chiesa avrebbe già formalmente chiesto il trasferimento dopo l’annuncio della decisione su Sant’Isacco a gennaio. Il timore di alcuni in Russia è quello che la riconciliazione invocata da Kirill, e condivisa da Putin, si trasformi nel passaggio di numerosi altri siti storici alla Chiesa. A partire da Cherson, le rovine della colonia greca in Crimea in cui è stato battezzato Vladimir, il principe fondatore della Rus’ di Kiev resa dallo stesso ortodossa nel 998, e a cui Putin, insieme a Kirill, nei mesi scorsi ha dedicato una apprezzata statua di fronte al Cremlino.