Giocattoli e politically correct: debutta a New York la prima bambola trans

14 Feb 2017 11:10 - di Bianca Conte

L’ultima irruzione violenta in quello che una volta era il mondo incantanto della fantasia e dei giochi si deve alla tonner Dol, una casa di giocattoli che ha fatto irrompere sul mercato – con al virulenza della realtà, di una difficile realtà – la prima bambola transgender. E così, per un’adolescente accontentata – la 16enne Jazz Jennings, protagonista di un comingout internazionale raccontato in tv – generazioni di bambine dovranno fare i conti con l’amaro disincanto: nel regno della Fantasia domina sempre più incotnrastato il politically correct. Uno stregone spietato alla cui malia stanno cedendo anche importanti ditte di settore, in testa a tutti la Tonner Doll – specializzata in giochi da collezione – che sabato (18 febbraio ndr) presenterà alla fiera del giocattolo di New York, Jazz, la prima bambola trans ispirata all’adolescente americana.

Debutta a New York la prima bambola trans

E così, dopo l’anti-Barbie, appesantita da qualche chilo di troppo, con occhiali da vista in dotazione e rigorosamente in scarpe basse. Dopo la nascita del primo personaggio Lego con disanbilità. Accanto alle bambole disabili lanciate sul mercato dalla britannica Makies e insieme alle innumerevoli versioni delle bambole etniche con occhi a mandorla e pelle scura, fiori all’occhiello dell’American Girl che – come riporta Repubblica in un esaustivo servizio sul tema – è pronta a presentare sul mercato l’ennesima bambola made in Usa dalle infinite sfumature per renderla simile alle bimbe che la possiedono», e che quest’anno punta sull’afroamericana Gabriela. Insomma, dopo questa mania ludica asservita all’ultima moda dettata dal politically correct – che l’industria a stelle e strisce punta a far diventare virale – al famoso mercatino newyorkese sabato debutterà l’ultima esponente virtuale ideologicamente orientata. L’ultimo soldatino di latta che, insieme alla serie delle Barbie con le curve lanciate l’anno scorso dalla Mattel, o alle bambole portatrici di handicap della britannica Makies, nate nel 2015 con la campagna Toys like us (giocattoli come noi ndr), è pronto a marciare in nome di una rappresentazione più realistica del mondo, a vantaggio dell’idea di verità dei bambini. Anche se la realtà che li circonda è ambigua, difficile, disarmante; anche se il mondo circostante – per quanto veritiero – è un mondo dal quale – proprio grazie ai giocattoli e alla fantasia – vorrebbero evadere…

 

 

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