Dopo sei anni la Libia è nel caos: anche per colpa della pavida Italia…
Sei anni fa in Libia era la “Giornata della collera” ed iniziava così la cosiddetta “Rivoluzione del 17 febbraio” 2011 contro il colonnello Muammar Gheddafi. Oggi il Paese va molto peggio, è nel caos e diviso da infinite tensioni. A Tripoli, secondo il portale Libya Observer, “migliaia di persone” stanno raggiungendo la simbolica piazza dei Martiri per le celebrazioni organizzate dal sedicente Consiglio presidenziale. Qui ieri sera si è fatto immortalare dai fotografi durante una passeggiata il capo del Consiglio presidenziale fantoccio sostenuto dall’Onu, Fayez al-Serraj, che stamani ha visitato una “sede della sicurezza” nella capitale. Al Serraj, entusiasticamente sostenuto dall’Italia per ordine della Ue e di Obama, in realtà non controlla neanche la sua città, Tripoli. L’Italia, come ex potenza coloniale, avrebbe dovuto chiedere un ruolo maggiore nella gestione della crisi libica, ma non l’ha fatto, per incapacità o per pavidità. La capitale è divisa a tal punto che ieri Khalifa Ghwell, a capo del governo di salvezza nazionale che ovviamente non riconosce l’autorità di Fayez al-Serraj, ha celebrato l’anniversario della rivoluzione con i suoi sostenitori e fedelissimi nell’aeroporto internazionale di Tripoli danneggiato dai combattimenti del 2014. Sui media libici non mancano foto che immortalano Ghwell mentre parla su un podio allestito per l’occasione e annuncia la “ricostruzione e riapertura del terminal Vip e di altre zone dell’aeroporto”.
In Libia nessuno festeggia tranne al Serraj
Le autorità della città di al-Bayda, che fu scelta come sede del governo di Abdullah al-Thani legato al Parlamento di Tobruk, hanno invece annullato tutti gli eventi per motivi di “sicurezza”, almeno secondo quanto ha scritto il Libya Herald. Il Libyan Express ha attribuito la decisione al timore di proteste contro le forze del generale Khalifa Haftar. Niente celebrazioni per i sei anni dalla rivoluzione neanche a Tobruk. L’inviato speciale Onu per la Libia, Martin Kobler, ha ricordato in un messaggio i “sacrifici” degli “uomini e delle donne che sei anni fa hanno iniziato il cammino per il cambiamento”. “E’ essenziale che i sacrifici di tanti libici non siano stati invano – si legge nel messaggio di Kobler – Faccio appello ai gruppi rivali in Libia affinché pongano l’interesse della Libia al di sopra di tutte le considerazioni e esortino coloro che non sono coinvolti nel processo a unirsi agli sforzi congiunti per trovare una soluzione politica consensuale e inclusiva alla crisi in atto”. Il caos in Libia e le strategie per porre fine alla crisi nel Paese saranno al centro dei colloqui previsti per domenica e lunedì a Tunisi tra i ministri degli Esteri di Tunisia, Algeria ed Egitto.