Dopo il figlio autistico, la moglie escort: ancora fango su Trump (video)

9 Feb 2017 16:48 - di Annamaria Matticari

Un avvocato di Melania Trump ha citato in tribunale il Daily Mail, sostenendo che un articolo diffamatorio uscito in agosto sulla futura first lady le ha precluso la possibilità di fare affari “multimilionari” negli anni in cui “sarà una delle donne più fotografate del mondo”. L’azione giudiziaria, che chiede danni per 150 milioni di dollari, sembra suggerire a certa stampa che Melania volesse approfittare economicamente del suo status di first lady per lanciare un marchio di moda. La citazione, presentata al tribunale di Manhattan, afferma infatti che l’articolo online, in cui si allude falsamente al fatto che Melania abbia fatto parte di un servizio di escort, abbia causato una perdita “significativa di valore” al brand Melania Trump. In realtà Melania Trump, che è di origine slovena, vuole solo difendere la sua dignità di donna e di moglie del presidente degli Stati Uniti, precisa l’avvocato californiano Charles Harder, che rappresenta la moglie di Trump. 

Melania Trump ha chiesto 150 milioni di dollari

Ma il giornale ha nel frattempo ritirato l’articolo online, dichiarando di “non aver mai dichiarato o suggerito che la signora Trump abbia lavorato come escort o nel business del sesso”. Nelle carte mandate dal gruppo in Maryland, dove un’analoga causa promossa dalla Trump era stata respinta per difetto di giurisdizione, Mail media aggiungeva che l’articolo era lecito in quanto riferiva di accuse e voci contro la moglie di Trump e dell’impatto che potevano avere sulle elezioni. Ma intanto, mentre Melania è molto discreta nell’assumere il ruolo pubblico di first lady e rimane nella sua casa di New York, l’iniziativa giudiziaria apre degli interrogativi etici. “Non c’è mai stata una first lady americana che abbia lasciato intendere di voler fare un sacco di soldi” grazie alla visibilità di cui godrà in virtù del suo status, ha sottolineato Richard Painter, consigliere etico della Casa Bianca di George W.Bush. Painter è uno dei promotori di una causa contro Donald Trump, in cui si afferma che il presidente viola il divieto costituzionale di avere rapporti di affari con governi stranieri. Ma deve essere tutto dimostrato.

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