Crisi negli USA: Trump è stato “sfiduciato” dai servizi segreti americani
17 Feb 2017 8:14 - di Redazione
Il presidente Trump, che si dibatte in una crisi istituzionale senza precedenti negli Stati Uniti dallo scandalo Watergate, oggi riceve versioni censúrate dei rapporti di intelligence. Perché la Cia, la Nsa e le altre agenzie di sicurezza nazionale semplicemente non si fidano di lui e del suo opaco entourage, scosso da bufere di incertezze su chi comanda, fughe di notizie e rapporti pericolosi dei suoi consiglieri con Mosca, si legge su “Il Sole 24 Ore”.
Cia e media all’attacco di Trump
Trump ha contrattaccato: ha definito, in un’improvvisata e irata conferenza stampa, le sue prime settimane al governo «estremamente efficaci» – e la sua Casa Bianca una «macchina di precisione» – nonostante l’unica certezza sia finora proprio la debacle istituzionale e non sia invece riuscito a mantenere alcuna delle principali promesse elettorali, dal divieto a rifugiati e immigrati bloccato dalla magistratura – ieri la Casa Bianca ha annunciato che lo ritirerà e ripresenterà corretto – fino all’eliminazione di Obamacare ferma in un Congresso incapace di trovare alternative. Ha affermato, anzi, di aver ereditato «un disastro» e che sono i media a «distorcere» la realtà.
Sistema di potere liberal contro Trump
L’epicentro della battaglia politica e d’immagine -è l’intelligence. Trump hanegato di avere «alcun interesse o alcun prestito m Russia». Ha definito le in formazioni filtrate su contatti frequenti tra suoi emissari e alti funzionari di Mosca nel corso del 2016 come del tutto «ridicole» e promesso via tweet che «gli infidi delatori verranno catturati». In un altro schiaffo, darebbe al fidato miliardario Stephen Feinberg – co-fondatore di Cerberus Capital e privo di esperienza nel campo – la missione di un vasto riesame dell’apparato dei servizi segreti. Il Wall Street Journal ha rivelato che le agenzie spionistiche e di sicurezza statunitensi stanno oggi quantomeno evitando di rivelare metodi e fonti delle loro informazioni nei briefing alla Casa Bianca per paura che vengano compromesse,una decisione straordinaria e un drammatico riflesso della spaccatura all’interno degli stessi centri nevralgici del governo.