Conti pubblici, Padoan non convince l’Ue: pochi dettagli nella sua lettera
Cosa succederà ai conti pubblici dell’Italia? Lo scambio di missive tra il governo italiano e la commissione Ue sulle prospettive di crescita e sulla riduzione del deficit ci pone o no al riparo dalla procedura d’infrazione?
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan assicura che il patto di stabilità è stato rispettato e che non è necessaria alcuna manovra estemporanea, ma fonti Ue fanno sapere che la risposta italiana ai rilievi di Bruxelles non è del tutto soddisfacente: si attendevano maggiori dettagli. In pratica la Commissione non è convinta della lettera del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, arrivata ieri sera a Bruxelles, insieme ad un rapporto sul debito di oltre 80 pagine.
Si profila dunque un braccio di ferro tra governo e Bruxelles anche se Palazzo Chigi assicura, nella lettera inviata alla Commissione, che continuerà la politica di correzione dei conti tagliando le spese. Ma come ottenere il taglio di 850 milioni necessario a rispettare le regole Ue? Qui si annida l’inganno per i cittadini: infatti almeno 85 milioni il governo intende recuperarli abolendo le riduzioni fiscali.
Almeno per ora, infine, non si parla di ritocchi al sistema pensionistico. E’ ancora Padoan a rilevare che “non c’è nessun pericolo per quel che riguarda la stabilità dei conti pubblici né nel dialogo con la Commissione Ue. Il sistema previdenziale è sostenibile anche nel lungo periodo ed escludo qualsiasi ipotesi di ulteriore intervento di riforma”. Un punto ribadito anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “Non c’è nessun pericolo di ulteriori interventi sulla riforma delle pensioni, sia in questa fase che in prospettiva. Nessuna richiesta in questo senso è arrivata dalla commissione Ue ed escludo ogni possibilità di intervento. C’è invece la volontà di continuare il dialogo con i sindacati”.
Per ora però siamo fermi alle dichiarazioni d’intenti: di certo c’è che la commissione Ue non è del tutto convinta e che la trattativa con Palazzo Chigi è appena agli inizi. Il premier Gentiloni minimizza: “A proposito del rapporto con la Commissione Ue, non descriverei queste questioni delle procedure sul deficit come commissariamenti. Non siamo in quella procedura -ha aggiunto il premier-: abbiamo deciso da sempre di rispettare le regole e di non entrare in quelle procedure di deficit eccessivo nella quale sono un grandissimo numero di Paesi Ue. L’Italia non fa parte di questo gruppo”.