Battere definitivamente l’Isis in Siria: ecco che cosa ha in serbo Trump
A Ginevra riprendono i colloqui di pace “intra-siriani” sotto l’egida delle Nazioni Unite con poche speranze di progressi: il leader siriano Bashar al-Assad è in una posizione di vantaggio dopo le vittorie dello scorso anno, prima su tutte quella ad Aleppo, mentre il fronte dei ribelli sembra sempre più spaccato e a Washington il nuovo piano a cui lavora l’Amministrazione Trump nel quadro della lotta all’Isis potrebbe comportare un significativo cambiamento della strategia Usa in Siria.
Un cambio di strategia radicale è infatti quello che l’Amministrazione Trump starebbe mettendo a punto per sconfiggere lo Stato islamico in Siria. Il nuovo piano dovrebbe discostarsi nettamente nelle sue linee principali da quello ereditato da Barack Obama: in primo piano ci sarebbe la riduzione o la cancellazione del sostegno ai ribelli cosiddetti “moderati” che combattono il regime di Assad e alle milizie curde dell’Ypg, finora usate proficuamente come “braccio armato” contro i gruppi jihadisti, ma che sono contrastate dalla Turchia.
Trump, inoltre, nelle dichiarazioni successive all’inizio del suo mandato, ha espresso chiaramente l’intenzione di aumentare la potenza di fuoco degli Usa contro i militanti islamisti, aprendo all’ipotesi di inviare altre truppe oltre ai circa 500 uomini delle forze speciali che attualmente si trovano in Siria.
Non solo. Il nuovo piano, che il presidente ha chiesto al Pentagono e alle altre agenzie per la sicurezza di elaborare entro la fine di febbraio, prevederebbe altre sostanziali novità. Oltre agli appelli lanciati da Trump per “nuovi partner della coalizione” anti-Is, diretti in particolare alla Russia, il presidente ha anche auspicato
una modifica sostanziale delle regole di ingaggio, al momento più severe di quanto richiesto dal diritto internazionale. Le più importanti riguardano una serie di restrizioni contenute in un ordine esecutivo firmato da Obama la scorsa estate e mirate a limitare il numero di vittime civili causate da attacchi aerei degli Stati Uniti.