Assunzioni solo per “abortisti”, l’ira della Lorenzin: rispettare gli “obiettori”

22 Feb 2017 17:53 - di Monica Pucci

Prenderanno servizio all’ospedale San Camillo di Roma “a breve, entro il 1 marzo”, i due nuovi medici non obiettori vincitori del concorso a tempo indeterminato indetto per trovare operatori da assegnare “al Day Hospital e Day Surgery per l’applicazione della legge 194”. Lo scandalo del concorso “vietato” agli obiettori di coscienza sull’aborto, però, si allarga e arriva al governo, con una dura presa di posizione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Sulla decisione di assumere all’ospedale San Camillo di Roma ginecologi dedicati all’interruzione di gravidanza tramite un bando destinato esclusivamente a medici non obiettori non bisogna esprimere pensieri, ma semplicemente applicare la legge, in cui l’obiezione di coscienza è rispettata nel nostro Paese», dice il ministro. «Tra l’altro quando si fanno le assunzioni e i concorsi, non mi risulta che ci siano dei parametri che vengano richiesti», conclude.  Gli fa eco Mario Adinolfi, che attacca Zingaretti: «Sembra l’ennesimo esponente del Pd attanagliato da cupio dissolvi, che sposa un provvedimento nichilista contro la vita e contro la libertà dei medici. Il bando è ovviamente illegale per plateale incostituzionalità, non si può discriminare un medico in base ai suoi convincimenti religiosi. Zingaretti citi anche un solo caso di una cittadina del Lazio che ha provato ad abortire e non c’è riuscita per assenza di medici disponibili a praticare l’interruzione volontaria di gravidanza…».

Il direttore del San Camillo difende il concorso

La linea del San Camillo, però, non cambia: «I vincitori del bando – spiega Fabrizio d’Alba, direttore generale del San Camillo-Forlanini – per i primi sei mesi non potranno optare comunque per l’obiezione di coscienza. Ma se la legge 194 tutela l’accesso delle donne a questo servizio, d’altro canto tutela anche il diritto di obiezione di coscienza. Dunque è sempre possibile che, nel tempo, il medico cambi idea. Noi abbiamo cercato di contrastare questo problema a monte: chi partecipa a questo tipo di procedura dedicata ha già affrontato questo dilemma con se stesso e ha fatto una scelta».

 

 

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