Al via il Sei Nazioni. E con il torneo arriva il fumetto cult “Les Rugbymen”

4 Feb 2017 15:03 - di Anna Clemente

Arriva a Roma, con la sfida Italia-Galles, la diciottesima edizione del Sei Nazioni, il più antico torneo di rugby al mondo. A ospitare i primi due appuntamenti romani, domenica 5 febbraio e sabato 11, sarà lo stadio Olimpico. Durante il secondo match l’Italia si misurerà con l’Irlanda, poi le sfide si sposteranno in diverse città del Regno Unito e a Dublino e torneranno all’Olimpico l’11 marzo per il match degli azzurri con la Francia.

Per gli appassionati di rugby non solo Sei Nazioni

Ma quest’anno l’appuntamento allo stadio non sarà l’unico per gli amanti italiani di questo sport nobile, che vede crescere anche nel nostro Paese la platea di estimatori. In concomitanza con l’apertura del torneo, infatti, arriva nelle nostre edicole un fumetto cult tutto dedicato al mondo della palla ovale. Si tratta del francese Les Rugbymen, che in dodici anni ha venduto oltre 2 milioni di copie. In Italia il fumetto arriva grazie alla collaborazione della casa editrice Excalibur e della Compagnia del Fumetto con le testate sportive Corriere dello Sport-Stadio e Tuttosport, che per dodici numeri, ogni sabato, a partire dal 4 febbraio, proporranno gli albi in abbinamento.

Arriva in edicola il fumetto cult Les Rugbymen

Il fumetto racconta le avventure del Paillar Athletic Club, il Pac, la squadra di Paillar, appunto, una cittadina di fantasia del Sud Ovest della Francia, dove tutto ruota intorno alla palla ovale, tanto che le stesse rotonde stradali non sono affatto rotonde, ma ovali. Trasferendo nelle strisce il più autentico spirito del rugby, Les Rugbymen parla del coraggio, della lealtà e della forza, ma anche dell’ironia degli atleti che scelgono questo sport, in cui tutti puntano alla vittoria, ma se poi perdono si ritrovano comunque a festeggiare il fatto di aver giocato. Il famoso “terzo tempo” del rugby, quello in cui agonismo e competizione si sciolgono in un momento di festa collettivo, che coinvolge entrambe le squadre e tifoserie.

L’Italia in campo con orgoglio, ma senza illusioni

Uno spirito autenticamente sportivo che si ritrova anche nelle parole dell’allenatore della nazionale italiana, l’irlandese Conor O’Shea, che alla vigilia del torneo ammette con serenità che l’Italia non è ancora al livello delle squadre in cui il rugby ha una tradizione più radicata. Quindi, “no – dice O’Shea –  non vinceremo il Sei Nazioni. Ma faremo qualcosa di importante, che ci renderà tutti orgogliosi. Dimostrando che siamo sulla strada giusta”.

 

 

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