Turchia, il killer è ancora a Instanbul. E il premier accusa gli 007 stranieri

5 Gen 2017 12:59 - di Paolo Lami

Si nasconderebbe ancora in Turchia, addirittura in una casa di Instanbul, l’autore della strage di Capodanno al Reina che ha fatto 39 vittime.
E’ il quotidiano turco Yeni Safak, che ieri aveva già rivelato come il killer del Reina userebbe il nome  di battaglia di “Abu Muslim Horasani“, a svelare ora che il terrorista si nasconde nella metropoli sul Bosforo e che sarebbe in corso una gigantesca caccia all’uomo a Instanbul per arrestare il presunto militante del sedicente Stato islamico.

Il quotidiano turco sostiene anche che nel corso delle numerose perquisizioni fatte dagli investigatori nelle case di persone sospettate di legami con l’autore della strage sono stati trovati alcuni documenti appartenenti all’Isis. E sarebbe anche stato confiscato, inoltre, un computer al cui interno sono state trovate informazioni proprio sul killer di Instanbul.

Questa mattina, forse proprio in seguito alle perquisizioni dei giorni scorsi, la polizia turca avrebbe proceduto a nuovi arresti nell’ambito dell’inchiesta sulla strage. Ma, al momento, non è chiaro quante persone siano effettivamente finite in manette.

Secondo fonti anonime, citate dall’agenzia Anadolu, i sospetti apparterrebbero alla comunità uigura, minoranza turcofona di religione islamica originaria del nord-ovest della Cina.
I sospetti arrestati sono accusati di essere complici del killer che ha compiuto la strage al night club di Instanbul e che resta, per il momento, ancora latitante.
Secondo l’agenzia Anadolu, la polizia ha arrestato, finora, 34 persone. Escluse quelle finite in manette nel blitz di questa mattina.

Ma il primo ministro turco, Numan Kurtulmus, da fondo ai sospetti. E, in un’intervista al quotidiano Hurriyet, arriva a sostenere che alcuni «Servizi di intelligence stranieri» potrebbero aver avuto un ruolo nella strage di Capodanno ad Istanbul, considerata la «professionalità» del killer.
«Sono dell’opinione – azzarda Kurtulmus – che non sia possibile che l’autore abbia eseguito un simile attacco senza alcun aiuto. Sembra una cosa da servizio segreto. Tutte queste cose vanno valutate».

 

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