Truccava il figlio con smalto e brillantini: ragazzino “effeminato” tolto alla madre

10 Gen 2017 13:59 - di Robert Perdicchi

Una sentenza incredibile, forse senza precedenti al mondo: un bambino di 13 anni è stato tolto alla mamma (il padre aveva già perso la patria potestà) perché nella convivenza con mamma e sorella avrebbe assunto atteggiamento da “effeminato”. Il Tribunale dei Minori di Padova ha sentenziato che il ragazzino ha grossi problemi di personalità e di sessualità incerta perché “tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio”. Una vicenda che ricorda il film di Virzì “Speriamo che sia femmina” (in alto una scena del film), storia ambientata in un grande casale di campagna nel quale vive in armonia un gruppo di donne che sviluppa relazioni quasi tutte al femminile e in cui i maschi hanno un ruolo marginale e sottomesso. 

Il bambino “effeminato”

“Identità sessuale incerta”, dicono i giudici di Padova, che hanno deciso di togliere l’adolescente alla madre con cui il rapporto, secondo il Tribunale, era viziato da “aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni ambigue con conseguente difficoltà di identificazione sessuale”. Secondo quanto riportato dal quotidiano locale, il 13enne si era presentato a scuola con gli occhi truccati, lo smalto alle unghie e brillantini sul viso. Da “effeminato”, dunque, forse senza neanche esserlo. La mamma s’è difesa parlando di trucchi carnevaleschi in occasioni di feste e aveva aggiunto: «E se anche fosse omosessuale per me non sarebbe un problema». Il punto, però, è che dovrebbe deciderlo lui…

Il padre era stato accusato di abusi

Ma anche sul padre ci sono pesanti indizi, su cui pendeva un’accusa di abusi sessuali poi finita in un’assoluzione anche se la sentenza recitava: “Non c’è motivo di dubitare dei fatti raccontati dal bambino”. Il ragazzo era stato affidato a una comunità e la sera rientrava dalla mamma e dalla sorella. Alla fine il Tribunale ha dichiarato “entrambi i genitori decaduti dalla responsabilità genitoriale”. 

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