Spot sui quadri “parlanti” copiato dalla Raggi: l’autore ora chiede i danni

3 Gen 2017 18:20 - di Antonio Marras

Prima il tentativo di capire se si trattava di una svista, poi la decisione di chiedere il “copyright”, visto l’atteggiamento sprezzante tenuto dal Comune di Roma, per nulla diposto ad ammettere di aver copiato una campagna pubblicitaria basata su un’idea di Stefano Guerrera, quella delle opere d’arte “che parlano”. Dopo le proteste scoppiate in rete a seguito della campagna pubblicitaria del Comune sui musei della capitale, l’autore delle irriverenti riproduzioni di quadri famosi, tra l’altro raccolte in 3 diversi libri, ha deciso di rivolgersi al Codacons per tutelare i propri diritti. Lo fa sapere la stessa associazione dei consumatori. «Le immagini cui il Comune sembra essersi ispirato per la campagna natalizia sui musei sono infatti regolarmente depositate alla Siae e pubblicate in tre diversi libri editi da Rizzoli – spiega il Codacons – Per tale motivo abbiamo deciso di assistere legalmente l’autore Stefano Guerrera, presentando una diffida urgente all’amministrazione comunale in cui si chiede la sospensione immediata della campagna pubblicitaria sui musei ed il ritiro di tutte le immagini da autobus, cartelloni, siti web e quotidiani». «Non solo. Il Codacons sta anche valutando una azione risarcitoria da intentare nei confronti del Comune di Roma per i danni arrecati al creatore della pagina “Se i quadri potessero parlare”», prosegue 

Ma perché il Comune di Roma non ha chesto scusa?

Il Comune di Roma, di fronte alle polemiche, s’è arroccato, quando chiedendo scusa e dando atto all’interessato della sua genialità, forse se lo sarebbe ritrovato dalla sua parte. Invece, secondo Rienzi, “ispirarsi ad un giovane autore per una campagna pubblicitaria, prendendo spunto da una seguitissima pagina fb e dai libri che ne sono seguiti, potrebbe costare caro all’amministrazione, considerato che la normativa italiana protegge il diritto d’autore e la creatività degli autori”. «È un peccato che sia stata sprecata quest’occasione, nonostante io abbia espresso più e più volte la mia totale disponibilità a collaborare con le istituzioni – ha dichiarato Stefano Guerrera – Non credo assolutamente di aver inventato qualcosa da zero, ma le modalità di espressione usate nella campagna sono altamente riconoscibili e riconducibili a quello che ho fatto su internet e non, come dimostrano i numerosi messaggi di solidarietà ricevuti negli ultimi giorni». Un’altra grana, l’ennesima, per Virginia Raggi.

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