Sorpresa: la Calabria è “imperdibile” secondo il New York Times

5 Gen 2017 18:01 - di Monica Pucci

Chi l’avrebbe detto? Maldive, Hawai, Sardegna? No, Calabria: la regione meno pubblicizzata dal mondo, ma bellissima, viene indicata tra le mete da visitare nel 2017 dal famoso giornale americano New York Times. Nella classifica stilata dal quotidiano americano e che comprende 52 località “imperdibili” la regione del sud Italia, selezionata per le sue eccellenze enogastronomiche, conquista il 37esimo posto. E la foto scelta sulla guida del New York Times è quella della Fortezza Aragonese de Le Castella, frazione di Isola di Capo Rizzuto, (in alto), in provincia di Crotone.  

Calabria in cima al mondo: entusiasmo a Capo Rizzuto

«Arrivare al 37esimo posto in un giornale prestigioso come il New York Times significa che il nostro territorio ha un’immagine molto forte in termini di attrazione turistica. Quest’anno infatti abbiamo registrato un incremento del 30% del flusso turistico legato al buon funzionamento delle infrastrutture e all’attrazione del territorio. Sono ben 18mila i posti letto censiti nel nostro territorio tra strutture alberghiere e extra alberghiere», canta vittoria il sindaco di Isola di Capo Rizzuto, Gianluca Bruno. Sulla foto scelta sulla guida del New York Times della Fortezza Aragonese de “Le Castella” il sindaco continua: «Significa che il castello resta la meta turistica per eccellenza. Speriamo di ricevere l’attenzione che meritiamo e che abbiamo avuto Oltreoceano anche dalla Regione Calabria».

Esultano anche i ristoratori citati

Il suo ristorante, “Ruris”, a Capo Rizzuto, è tra i motivi che hanno spinto il giornalista del New York Times a incoronare quel posto. «Leggere il nome del mio ristorante su una testata giornalistica importante come il New York Times è molto emozionante. Significa che c’è tanta gente che ci apprezza», spiega Natale Pallone, patron e chef del famoso ristorante di Isola di Capo Rizzuto ”Ruris”, citato tra i ristoranti più ricercati dai buongustai. «Il nostro è un lavoro molto duro – spiega – Lavorare qui non è come lavorare a Roma, Milano o Firenze. Bisogna essere pronti a fare dei sacrifici perché nel nostro ristorante arrivano buongustai abituati a girare tutto il mondo e ogni giorno dobbiamo dimostrare di essere all’altezza della situazione. Forse qualche personaggio famoso che è venuto a trovarci ha apprezzato la nostra cucina e avrà parlato di noi». Chissà chi…

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