Sacra Corona, arrestato pentito: ha collaborato all’omicidio di un rivale (video)

7 Gen 2017 19:00 - di Paolo Lami

Quell’omicidio, preparato a lungo e portato a termine con un kalashnikov acquistato grazie a una colletta fra di loro, lo avevano festeggiato con prosecco e pasticcini. Ora si scopre che nella banda che ha progettato ed eseguito l’omicidio di Donato Sifanno, 38 anni, ucciso il 15 febbraio 2014, nel quartiere San Paolo di Bari, c’era anche il pentito Domenico Mercurio arrestato insieme ad altre 5 persone: Maria Misceo, 37 anni, agli arresti
domiciliari; Francesco Pace, 32, già detenuto; Domenico Micelli, 42,  già detenuto; Michele Fasano, 30, già detenuto; Giuseppe De Lauro, 25, già detenuto.

Il gruppo aveva tentato ben 4 volte di uccidere Sifanno. Poi, alla fine, il 15 febbraio ci era riuscito, “teleguidato” dal carcere dal boss Giuseppe Misceo.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, supportate da attività tecniche e dalle dichiarazione di un pentito, hanno consentito di raccogliere elementi di responsabilità nei confronti degli arrestati che, in occasione degli agguati armati del 22 e 29 novembre e del 2 e 12 dicembre 2013 e, successivamente dell’omicidio dello stesso Sifanno, hanno fornito supporto logistico, controllato e segnalato i movimenti della vittima, procurato e conservato le armi tra cui quella utilizzata per il grave fatto di sangue in una sorta di spietata “caccia all’uomo” Come l’hanno definita i magistrati.

Gli arresti seguono l’operazione portata a termine il 17 febbraio dello scorso anno, nei confronti degli esecutori materiali e del mandante del grave fatto di sangue tra i quali, appunto, Giuseppe Misceo, 52 anni, Arcangelo Telegrafo, 24, Francesco Mastrogiacomo 26, e Nicola Abbrescia, 32.

L’omicidio di Sifanno, appartenente al clan Mercante, contrapposto, nella gestione e nel controllo delle attività illecite, ai gruppi criminali Misceo e Telegrafo, venne deciso in una riunione nell’abitazione di Giuseppe Misceo anche a seguito dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco, sparati dalla vittima, contro l’abitazione dello stesso Misceo.

 

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