Ristoratori uccisi, il padre di Manuel: «Non abbandoniamo nostro figlio». Eppure…

13 Gen 2017 15:23 - di Martino Della Costa

Sono distrutti. Disperati. Pietrificati, i genitori di Manuel, intercettati da fotografi e cronisti all’uscita del tribunale dei minori, dove si sono recati per assistere all’udienza di convalida del figlio, accusato di essere l’esecutore materiale del massacro dei due coniugi di Pontelagorino, organizzato insieme a Riccardo, figlio sedicenne delle vittime.

Ristoratori uccisi, il padre di Manuel: «Non lo abbandoniamo»

Appaiono frastornati e increduli i due: quel figlio cresciuto in un piccolo centro, tra le lezioni a scuola e le chiacchiere in piazzetta, ha rivelato quello che un padre e una madre non vorrebbero mai ritrovarsi a scoprire: un lato oscuro, malvagio quanto sconosciuto, del proprio figlio. Non sanno come spiegarselo e la confusione che regna nei loro cuori, prima ancora che nelle loro menti, si evince chiaramente dalle dichiarazioni che, a mezza bocca, in questi giorni si sono ritrovati a rilasciare. Anche oggi, quando prova a darsi una spiegazione plausibile, il papà di Manuel, e in un disperato tentativo di assolvere almeno in parte il figlio accusato di un orrendo crimine, prova a ipotizzare che, forse, lui è stato convinto o condizionato a compiere l’omicidio dei genitori dell’amico Riccardo. «Eppure – commenta – il giorno del delitto «sembravano normali e non avevano nulla di strano». Poi, affranto, torna alla mattina appena traxcorsa in tribuane e racconta: «Appena hanno visto Manuel gli hanno detto che gli vogliamo bene lo stesso e che ci siamo e non lo abbandoniamo». «Si è pentito», aggiunge poi la madre, quasi in lacrime.

«Manuel si è pentito, quel che dovrà essere, sarà»…

«E quello che dev’essere, sarà», ha detto poi con un fil di voce il padre del ragazzo accusato insieme all’amico sedicenne del brutale assassinio della coppia di ristoratori del Ferrarese. «Ora vogliamo solo andare casa e basta», prova poi a svicolarsi da telecamere e obiettivi l’uomo, visibilmente provato e ancora non in grado di capacitarsi di quanto avvenuto «Manuel stamattina era normale come sempre… Lui e Riccardo erano molto amici e molto legati. Andavano a scuola insieme, e noi andavamo sempre al ristorante dei genitori di Riccardo a mangiare». Non ce la fanno  ancora, no: proprio non arrivano a realizzare fino in fondo, i genitori di Manuel, cosa può essere successo, Cosa può essere scattato nella mente di due sedicenni come tanti. Poi, mentre si allontanano, una luce, livida e agghiacciante, si accende in quel volto ditrutto dal dolore: «La gente – chiosa il padre di Manuel – dice tante baggianate e cattiverie, ma la verità la sappiamo solo noi».

 

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