Rimpatri, Maroni: «Sì ai Cie ma devono essere chiusi e sorvegliati da militari»
«Sì ai Cie purché le cose siano fatte bene; Lombardia, Veneto e Liguria sono disponibili a dare il proprio contributo per risolvere l’emergenza immigrazione con un documento unitario che verrà consegnato al ministro dell’Interno Marco Minniti il prossimo 19 gennaio, in occasione della Conferenza Stato-Regioni». Parola del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni che, a margine della seduta di Consiglio in corso a Palazzo Pirelli, ha commentato le polemiche sui mancati rimpatri dei clandestini e l’utilizzo dei centri di immigrazione ed espulsioni. «Prima dell’incontro con Minniti, faremo un incontro con Giovanni Toti e Luca Zaia per concordare una posizione comune».
Maroni: sì ai Cie ma…
Maroni ribadisce di essere favorevole ai Cie, introdotti con il governo Berlusconi, sono d’accordo a farli, del resto li avevo fatti io da ministro dell’Interno, nel maggio 2008», ma di pretendere che si facciano nuove regole. «Devono essere luoghi chiusi e presidiati anche dai militari – dice il governatore della Lombardia – una volta entrati, poi, tutti devono essere identificati e chi non ha i requisiti deve essere rimpatriato, non solo espulso». Questo significa che «non basta il foglio di via, bisogna mettere sull’aereo chi non ha diritto a rimanere e riportarlo a casa». Quanto alla possibile localizzazione dei nuovi Cie, Maroni non si sbilancia: «Non ci abbiamo ancora pensato, aspettiamo di capire che proposte farà il ministro Minniti, dal momento che i Cie vengono istituiti dal ministero dell’Interno». Dunque, conclude, «il 19 ascolterò le sue proposte e poi valuteremo tutti insieme dove posizionarli».